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Russia: Putin libera le Pussy Riot Maria Alyokhina e Nadia Tolokonnikova

La scarcerazione delle due Pussy Riot anticipata grazie alla recente amnistia voluta da Putin e approvata dalla Duma.
A cura di Antonio Palma
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A seguito all'amnistia approvata dalla Duma russa è stata scarcerata questa mattina ed ora è pienamente libera Maria Alyokhina, una delle Pussy Riot detenuta in Russia dal 2012 per alcune azioni di protesta contro il presidente russo Vladimir Putin. Ad annunciarlo  all'agenzia Ria Novosti è stato il legale della donna, l'avvocato Peter Zaikin. " Alyokhina è stata liberata, tutti i documenti sono stati redatti e firmati e molto probabilmente già oggi tornerà a casa in treno" ha spiegato l'avvocato. Alyokhina si trovava rinchiusa nel carcere di Nizhni Novgorod dall'agosto 2012 per scontare una pena di due anni di prigione per una preghiera blasfema anti-Putin nella cattedrale di Mosca. Continua così la politica delle clemenza e della distensione adottata da Putin in queste ultime settimane in Russia. Tra amnistie e grazie infatti si susseguono le scarcerazioni eccellenti e dopo gli attivisti di Green Peace e l'ex oligarca Khodorkovsky, ora tocca alle Pussy Riot. Poco più tardi infatti, come era stato anticipato dal marito, è stata liberata anche Nadia Tolokonnikova, la Pussy Riot detenuta in un ospedale carcerario a Krasnoiarsk in Siberia.

Le proteste non si fermano  – Le due Pussy Riot, liberate in seguito all’amnistia lanciata dal presidente Vladimir Putin per i 20 anni della Costituzione russa e approvata la scorsa settimana dalla Duma, comunque non desitono dalle loro critiche al Presidente russo. Nadia Tolokonnikova, secondo quanto riferiscono testimoni sul posto, subito dopo la sua uscita di prigione ha dichiarato "la Russia è costruita sul modello di una colonia penale, il confine tra libertà e non libertà è molto sottile, la Russia è un paese autoritario. Io farò di tutto per aiutare i prigionieri, perché ora ho un legame di sangue con il sistema penitenziario e cercherò di fare in modo che diventi migliore". Maria Alyokhina invece dopo la liberazione ha criticato l'amnistia spiegando che se avesse pouto avrebbe rinunciato alla misura spiegando: "Questa non è un'amnistia, ma solo una propaganda".

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