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Manovra, Conte: “Con Commissione Ue tratto solo io, abbasseremo i toni”

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha ribadito che nelle trattative con l’Ue l’Italia abbasserà i torni: “Da parte nostra c’è l’impegno a moderare le dichiarazioni”. Mentre potrebbero slittare i tempi per la partenza delle principali misure, reddito di cittadinanza e quota 100: “Servono i tempi tecnici, finché un provvedimento non è stato scritto può cambiare. Ma io le riforme le realizzo”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, durante un colloquio con il Fatto Quotidiano e Repubblica, ha ribadito quanto anticipato nei giorni scorsi nella nota dei vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio: a lui è stato conferito il ruolo di mediatore con l'Europa, per seguire le trattative sulla manovra, per scongiurare l'avvio di una procedura d'infrazione: "Con la Commissione Ue devo parlare io. Sono io il presidente del Consiglio. E non ho mai interrotto il dialogo. Adesso, se posso recuperare le risorse, rimodulare il saldo finale, cambiare qualcosina, non vuol dire che torno indietro. Se mi portano dei conteggi che mi consentono di scrivere 2,3% o 2,1%, le riforme le realizzo comunque".

"Era già chiaro che dovessi essere io a gestire la trattativa, quel mandato ce l'ho sempre avuto. Valeva per l'esterno, la definirei una procura"- ha spiegato Conte – "La nota conclusiva dell'Eurogruppo di due giorni fa non ha fatto menzione di una procedura d'infrazione per debito nei confronti dell'Italia. E di questo avevamo parlato domenica a colazione nel G20 a Buenos Aires. Da parte delle istituzioni europee c'è stato un segnale", evidenziando inoltre che "dalla cena di sabato scorso al G20 a lunedì lo spread è calato di 30 punti secchi". Un segnale è giunto anche dal governo italiano: "Siamo nel corso di una trattativa, quindi da parte nostra c'è l'impegno a moderare le dichiarazioni. Quando si tratta, le parti devono abbassare i toni".

La possibilità, su cui le commissioni di Camera e Senato stanno lavorando, è che si recuperino risorse proprio a partire da quei 16 miliardi previsti per la partenza di quota 100, la riforma della legge Fornero, e reddito di cittadinanza, che potrebbe quindi slittare: "Servono i tempi tecnici, finché un provvedimento non è stato scritto può cambiare. Ma io le riforme le realizzo. Ho una maledetta fretta di realizzarle perché fuori di qui, ogni giorno che passa, ci sono sempre più persone che le aspettano".

Inizialmente si era parlato di un avvio già il 30 marzo. Ora sulla data nessuna certezza: "Sono tempi che scopriamo nel momento in cui le scriviamo, per cui se prima sono state fatte altre previsioni, altre proiezioni, è perché voi siete voraci, cercate sempre una data, un numero. Ritardare non vorrebbe dire tradirle, solo prendere il tempo che serve a fare le cose per bene". Riguardo al vertice di Marrakech sul Global compact, l'accordo sull'immigrazione proposto dall'Onu (a cui lo stesso Conte lo scorso 26 settembre all'Assemblea al Palazzo di Vetro aveva assicurato che l'Italia avrebbe aderito) il premier ha ribadito: "Non faremo in tempo perché dobbiamo parlamentarizzare il dialogo. Quel documento è funzionale alla nostra strategia complessiva". In Parlamento, "essendo il tema di ampio respiro, io personalmente auspicherei libertà di coscienza per tutti. Vedo male un vincolo di partito". 

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