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Manduria, le ultime parole di Antonio: “Non mangio da una settimana, ho paura di uscire”

Dagli atti dell’inchiesta per la morte dell’anziano torturato e seviziato a Manduria, emerge la figura di un uomo inerme, impaurito e tormentato. Un uomo che alla fine ha trovato la morte. Stano era arrivato a mangiare da una settimana perché aveva il timore di uscire fuori casa per fare la spesa e incontrare i bulli. Allo stesso tempo non aveva il coraggio di denunciarli.
A cura di Biagio Chiariello
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“Polizia, carabinieri…polizia, carabinieri!”. In uno dei tanti raid subiti da quei bulli che lo tormentavano, Antonio Cosimo Stano, invocava l’aiuto delle forze dell’ordine. Eppure il 65enne deceduto il 23 aprile scorso dopo essere stato picchiato e bullizzato da una baby gang a Manduria aveva troppa paura di denunciare i membri della cosiddetta “Comitiva degli Orfanelli” (otto di loro sono stati arrestati oggi). Lui stesso lo aveva ammesso di fronte alla polizia intervenuta a casa sua dopo una segnalazione di una vicina che non lo vedeva uscire da giorni. Nelle carte dell’inchiesta c’è scritto che, alla fine, quando aprì la porta “Stano Antonio appariva subito in condizioni precarie di igiene e di salute, dichiarava di non mangiare da una settimana perché aveva il timore di uscire fuori casa per fare la spesa”. Era il 5 aprile e solo allora, dopo settimane di vessazioni, umiliazioni e pestaggi, il pensionato decise di sporgere denuncia. Nelle carte è scritta a mano, in stampatello.

Questo il racconto di Antonio:

Da sempre sono oggetto di scherno e a volte di aggressione da parte di ignoti. Questi a volte vengono sia di sera sia di notte e prendono a calci il portone di casa mia rivolgendomi insulti. Ricordo che circa un mese fa dopo mezzanotte sono entrati dentro casa. Ricordo che quando sono entrati in casa erano cinque o sei o impugnavano delle mazze con le quali mi hanno più volte picchiato sulle mani, sui fianchi, sul ventre e sul ginocchio. Ricordo che in quell’occasione hanno buttato a terra un sacco di cose in casa, tra cui un televisore che mi hanno rotto. Infine mi hanno rubato 300 euro e sono scappati via”.

E ancora: “Posso dire che questa non è la prima volta che con violenza riescono ad intimidirmi e in ogni occasione hanno fatto dei danni e hanno portato via quello che gli capitava davanti. Purtroppo sono ancora molto scosso e traumatizzato, tanto da non ricordare precisamente cosa. Di queste persone e rapine subite non ho fatto denunce perché ormai mi mancano le forze e ho molta paura di ritorsioni da parte di questa gente violenta. Come potete vedere il portone di casa ha molti danni e anche la porta. Finestre e tapparelle sono state distrutte. So che i miei vicini di casa sono preoccupati pure per le mie condizioni di salute e per le aggressioni subite. Con questa denuncia vi chiedo che vengano individuati e puniti gli autori di questi reati. Quando sono stato aggredito mi sono talmente spaventato da non ricordare i volti degli aggressori”.

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