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Magritte, Rembrandt e Monet: i grandi appuntamenti europei con l’arte del 2017

I più importanti musei europei hanno scelto grandi nomi per il 2017: da Monet a Kandinskij, passando per Caravaggio e Magritte, ecco alcune delle mostre più belle in Europa.
A cura di Federica D'Alfonso
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Rembrandt, Lezione di anatomia del dottor Tulp, Mauritshuis, L'Aia
Rembrandt, Lezione di anatomia del dottor Tulp, Mauritshuis, L'Aia

L'Italia ha scelto di dedicare il suo 2017 d'arte ai grandi maestri dell'arte moderna e contemporanea, ma il resto d'Europa non è da meno. Il Louvre di Parigi si riconferma un'eccellenza nel panorama museale, con ben tre esposizioni dedicate a Rembrandt, Vermeer e al caravaggismo di Valentin de Boulogne, ma anche il Centre Pompidou e la Fondazione Beyeler di Basilea propongono alcune mostre imperdibili, da inserire nel proprio itinerario turistico di questo 2017.

Magritte e la filosofia, al Centre Pompidou

L'esposizione dedicata a Reneé Magritte, al Centre Pompidou
L'esposizione dedicata a Reneé Magritte, al Centre Pompidou

A Parigi si onora la grande tradizione surrealista con un maestro ritenuto fra i più grandi esponenti di questa corrente, René Magritte. Il Centre Pompidou torna ad esporre oltre cento capolavori dell’artista belga dopo quarant'anni, e lo fa con un percorso incentrato sul tema dell'ambiguità, fortemente presente nelle opere più famose dell'artista, e del legame di questa con la filosofia, grande passione di Magritte.

Fino al 23 gennaio 2017 "Magritte. La trahison des images" (Il tradimento delle Immagini) esporrà tele, disegni e documenti d'archivio provenienti da importanti collezioni pubbliche e private che illumineranno la ricerca, ancora aperta, sui linguaggi e i soggetti che caratterizzano l'arte di questo maestro visionario: divisi in cinque sezioni (il fuoco, l’ombra, le tende, le parole e il corpo sezionato) saranno esposti gli accostamenti stravaganti, come quello del quadro “Les Marches de l’été”, o le deformazioni paradossali della realtà come “La lampe philosophique”, che insieme si inseriscono in un'indagine monografica che intende portare all'attenzione soprattutto l'interesse di Magritte per la filosofia. Le sue opere infatti hanno posto importanti interrogativi sull'uomo, la collettività e l'arte stessa, ma al medesimo tempo si sono nutrite delle riflessioni di uno dei suoi più cari amici, Michel Foucault.

Rembrandt, Vermeer e de Boulogne: i tre gioielli del Louvre

Rembrandt, "Lezione di anatomia del dottor Deyman" (1656), Ermitage Museum, Amsterdam
Rembrandt, "Lezione di anatomia del dottor Deyman" (1656), Ermitage Museum, Amsterdam

In contemporanea, dal 22 gennaio al 22 maggio 2017, il Louvre apre le porte a tre grandi esposizioni: la prima è quella dedicata alla pittura olandese del XVII secolo, e che vede in Rembrandt la grande star. “Masterpiece from the Leiden Collection. The Age of Rembrandt” presenterà la più grande collezione privata dedicata all'artista, tra tele e disegni, di proprietà di Thomas Kaplan e sua moglie, Daphne Recanati Kaplan. Il Louvre inaugura così un'esposizione che nel 2018 viaggerà in tutto il mondo: da Shanghai a Pechino fino ad Abu Dhabi, prima di tornare in Europa e in America.

Ma sarà anche la stagione di Vermeer, che in Italia ha spopolato con “La suonatrice di liuto” al Museo di Capodimonte di Napoli. “Vermeer and the Masters of Genre Painting” invece, attraverso alcune importanti opere dell'artista, racconterà il rapporto profondo con gli altri maestri della sua epoca: Gerrit Dou, Gerard ter Borch, Jan Steen, Pieter de Hooch, Gabriel Metsu, Caspar Netscher e Frans van Mieris. Organizzata in collaborazione con la National Gallery of Ireland di Dublino e la National Gallery of Art di Washington, la mostra si focalizzerà soprattutto su un tema molto caro a Vermeer: la quotidianità e i soggetti, raffigurati mentre sono alle prese con le attività di tutti i giorni.

Infine “Valentin de Boulogne. Beyond Caravaggio”, che mette in relazione questi due grandi protagonisti del Barocco, e sottolinea la forte ispirazione che l'artista francese trasse dal maestro italiano. Organizzata in collaborazione con il Metropolitan Museum, si tratta della prima esposizione in cui il caravaggismo viene indagato in tutti i suoi aspetti.

A Basilea, da Kandinskij a Monet

Claude Monet, I papaveri, Musée d'Orsay
Claude Monet, I papaveri, Musée d'Orsay

La Fondazione Beyeler di Basilea punta in alto con il nome scelto per la stagione espositiva che apre l'anno: “Monet”. Allestita dal 22 gennaio al 28 maggio, la mostra riunirà molti grandi capolavori che coprono l'intero arco biografico dell'artista, fino alla morte.

Sta per concludersi invece, ma ha registrato un grandissimo successo, la mostra inaugurata lo scorso settembre sempre dalla Fondazione Beyeler e dedicata a Kandinskij. C'è ancora un po' di tempo (l'esposizione si concluderà il 22 gennaio) per sperare di ammirare ben 70 dipinti che che presentano la più grande esposizione dedicata al maestro degli ultimi trent’anni, e che pone il punto di partenza nell’esegesi iconografica dell’almanacco "Der Blaue Reiter" redatto da Kandinskij e Franz Marc.

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