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Lusi, l’inchiesta s’allarga. I pm sentiranno i suoi colleghi della Margherita

Gli inquirenti intendono appurare se i colleghi dell’ex tesoriere fossero al corrente dei soldi sottratti al partito. Fiamme gialle al lavoro sui documenti contabili.
A cura di Alfonso Biondi
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Lusi e Menichini

Sembrava un'inchiesta destinata a concludersi in breve tempo. Restituzione del maltolto, accordo sul patteggiamento e tutti a casa. E invece no. Il procuratore aggiunto Alberto Caperna e il sostituto Stefano Pesci vogliono appurare se Luigi Lusi, il tesoriere della Margherita che sottrasse 13 milioni di euro al suo partito, abbia o meno altre disponibilità finanziare all'estero e se i quattrini sottratti dalle casse della Margherita siano quantificabili "solamente" in 13 milioni.

Un'altra domanda che si fanno i pm, poi,è la seguente: è possibile che nessuno nella Margherita si sia accorto che, tra il 2008 e il 2011, all'appello mancavano diversi milioni di euro provenienti dai rimborsi elettorali? Insomma, se da un versante i magistrati intendono far luce sull'eventuale appropriazioni di altri fondi, dall'altro bisognerà capire se all'interno del partito qualcuno sapeva di quanto stava facendo Lusi.

OMERTA' DEI COLLEGHI DI LUSI?- Il senatore del Pd, che al momento resta l'unico iscritto nel registro degli indagati, non ha mai tirato in ballo nessun altro soggetto. Né un collega di partito né nessun altro. Ha sempre detto di aver fatto tutto da solo e di essere l'unico responsabile dell'intera faccenda. Magistrati e Guardia di finanza al momento non scartano nessuna ipotesi, ma ritengono plausibile che l'ex tesoriere possa essersi appropriato del denaro semplicemente facendo affidamento sull'omertà di alcuni suoi colleghi di partito che, nell'eventualità, avrebbe potuto ricattare. Per far luce sulla situazione è possibile che, a breve, i magistrati decidano di sentire alcuni dei parlamentari dell'ex Margherita. Al nucleo di polizia tributaria delle Fiamme gialle toccherà poi setacciare nuovi documenti contabili relativi ad altri periodi e ad altri fondi.

NON VALIDE LE GARANZIE FIDEJUSSORIE DI LUSI- Lusi ha chiesto di patteggiare la pena, previa restituzione di 5 milioni di euro. L'accordo, però, non è stato ancora trovato. Due giorni fa dalla Procura ha detto "no" a una pena patteggiata di un anno; ieri, poi, i magistrati non hanno preso per buone le garanzie fidejussorie presentate da Lusi. L'ex tesoriere della Margherita aveva indicato come garante la società  "Confidi Mediterraneo", ma, come poi ha spiegato il suo avvocato Luca Petrucci, i magistrati hanno chiesto di indicare un garante che risulti iscritto nel registro previsto dal testo unico della legge bancaria. Al momento Lusi non avrebbe disponibilità di liquidi per restituire 5 milioni di euro. Per questo motivo deve trovare un fidejussore che accetti come garanzia l'ipoteca sul suo patrimonio immobiliare. Un patrimonio composto da 7 appartamenti a L'Aquila, alcuni terreni sempre in provincia del capoluogo abruzzese e una casa a Roma. Non utilizzabili a tal fine, perché gravati da mutui, un immobile a Roma in via Monserrato e una villa di Genzano.

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