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London Bridge e Borough Market: i dieci minuti di terrore che cambiarono Londra

Gli otto minuti che il 3 giugno scorso hanno sconvolto Londra: la dinamica dell’attentato terrorista al London Bridge e Borough Market secondo la ricostruzione della polizia britannica.
A cura di Mirko Bellis
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La sera di sabato 3 giugno Khuram Shazad Butt, Rachid Redouane e l'italo marocchino Youssef Zaghba hanno seminato morte e paura a Londra. Dopo una settimana la polizia inglese è riuscita a ricostruire minuziosamente l’attentato terroristico in cui sono state uccise otto persone e altre quarantotto sono rimaste ferite.  Seguendo i video delle telecamere di sorveglianza, Scotland Yard ha tracciato la corsa mortale del furgoncino Renault impiegato dagli attentatori per investire i passanti sul London Bridge. Un attacco quello portato a termine sul famoso ponte londinese iniziato poco prima delle 22 e durato solo alcuni minuti.

Il giorno dell’attentato

Khuram Butt, Rachid Redouane e Youssef Zaghba
Khuram Butt, Rachid Redouane e Youssef Zaghba

La preparazione dell’attentato del 3 giugno inizia il sabato mattina. Khuram Butt, il britannico di origini pakistane legato da tempo ad un gruppo integralista, prova a noleggiare su internet un grosso camion da 7,5 tonnellate ma, solo per un caso (il terrorista non riesce a dare i dati della carta di credito), l’operazione non va a buon fine. Alle 17.50, Butt riesce comunque a noleggiare il furgoncino Renault in un deposito di Harrod Hill, a est di Londra, utilizzando un telefono cellulare attivato poco prima. Alle 18.30 l'estremista islamico assieme ai suoi due complici ritira il camioncino e alle 19.17 i tre vengono avvistati nei pressi della casa usata da Zaghba a Barking, il quartiere orientale dove vivono tutti i componenti della cellula terrorista. Alle 19.38 gli attentatori si dirigono dalla zona est di Londra verso il centro della capitale. Non è chiaro cosa abbiano fatto nelle due ore precedenti la strage ma una teoria considerata dalla polizia è che stessero cercando il luogo da colpire.

L’attacco al London Bridge

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Il van guidato da Khuram Butt, considerato dagli inquirenti inglesi il capo della cellula terroristica, alle 21.58 imbocca il ponte da nord a sud. Dopo questo primo passaggio, gli attentatori decidono di tornare suoi loro passi. Secondo la polizia, il furgoncino percorre almeno due volte il ponte prima di cominciare la strage. Alle 22.04, il veicolo viene avvistato di nuovo mentre lentamente si dirige verso nord. Alle 22.06, le telecamere fissano il momento in cui il van fa inversione a U per lanciarsi a zig zag ad oltre ottanta chilometri all'ora sui malcapitati che in quel momento camminano sul ponte.  Oltre venti persone rimarranno a terra dopo quel primo attacco e per tre di loro non ci sarà più niente da fare. Xavier Thomas, un turista francese, verrà ripescato dalle acque del Tamigi cinque giorni dopo l’attentato.

La furia con i coltelli a Borough Market

Dopo il loro raid assassino, i terroristi vanno a schiantarsi alle 22.07 contro una cancellata vicino al Banker pub. Alle 22.08, arrivano alla polizia la prima chiamata di soccorso. Nel frattempo, i tre decidono di abbandonare il mezzo e, armati di lunghi coltelli da cucina, si dirigono a Borough Market, poco distante.

L’arrivo dei reparti speciali, le ambulanze a sirene spiegate e il panico dei tanti giovani che affollavano i numerosi pub della zona sono le prime, crude immagini dei concitati momenti dell’attentato. Alle 22.15, mentre la polizia comincia la ricerca dei terroristi, nel popolare mercato londinese i tre terroristi iniziano ad accoltellare chiunque capiti loro a tiro. Alcune persone cercano di fermarli lanciandogli sedie e bottiglie di birra, altri, come un cuoco rumeno, li affrontano con una scopa. Ma nessuno riesce a detenere il piano criminale dei jihadisti. Saranno cinque persone di diversa nazionalità le vittime dei fendenti degli attentatori.

L’uccisione dei terroristi

I corpi senza vita dei terroristi (Foto: Gabriele Sciotto)
I corpi senza vita dei terroristi (Foto: Gabriele Sciotto)

Alle 22.16, le forze di sicurezza intercettano i membri del commando in una stradina laterale. La furia dei terroristi prima si scaglia su un passante e poi contro i poliziotti scesi dalle macchina. Una pioggia di proiettili pone fine alla vita degli attentatori. L’immagine scattata dal fotografo italiano Gabriele Sciotto, presente per caso vicino al luogo dell’attentato, ritrae i cadaveri dei tre uomini riversi a terra con addosso delle cinture esplosive, poi rivelatesi false. In tutto l’attacco è durato meno di venti minuti. La polizia inglese ha dichiarato che dall'intervento delle prime pattuglie fino alla neutralizzazione dei terroristi sono passati solo otto minuti.

Il covo di Barking Road

Una delle bottiglie molotov ritrovate nel furgone dei terroristi (Foto: Metropolitan Police)
Una delle bottiglie molotov ritrovate nel furgone dei terroristi (Foto: Metropolitan Police)

Dopo l’attentato, la polizia ha scoperto il covo usato dai terroristi: un appartamento a Barking Road preso in affitto in aprile da Rachid Redouane. Durante la perquisizione gli inquirenti hanno trovato diverso materiale utilizzato nell'attacco, come le stringhe di cuoio con cui gli assassini avevano avvolto il manico dei coltelli per legarli al loro polso. Inoltre, sono state rinvenute anche due taniche da cinque litri di benzina usate probabilmente per confezionare le 13 bottiglie molotov scoperte nel furgoncino. Nastro adesivo e altro materiale, invece, è servito per realizzare le finte cinture esplosive indossate dai tre nella strage.  Tra gli oggetti scovati da Scotland Yard nel covo c'era anche un’edizione inglese del Corano aperta sulla pagina dedicata al martirio.

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