Le notizie del 10 febbraio sul terremoto in Turchia e Siria

Tre persone sono state salvate dalle macerie di un edificio nella città siriana di Jableh circa 110 ore dopo che il devastante terremoto ha colpito la regione lunedì. Lo riferiscono i media statali siriani rilanciati dal Guardian. Le riprese televisive in diretta hanno mostrato due persone che venivano estratte dalle macerie dalle squadre di soccorso siriane e libanesi, mentre gli astanti applaudivano e gridavano "Dio è grande". Un soccorritore ha detto che due dei soccorsi erano una donna e suo figlio. Più di 3.500 persone sono state uccise dal terremoto in Siria, secondo i conteggi dei media statali e di un servizio di soccorso nel nord-ovest controllato dai ribelli del paese diviso dal conflitto.

"Non abbandoneremo neanche un solo cittadino, vogliamo che tutti i cittadini abbiano fiducia nello Stato". E' l'assicurazione arrivata dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in visita a Malatya, dinanzi alle proteste e alle critiche sulla gestione dei soccorsi dopo il terremoto e sugli ‘abusi' commessi nella costruzione degli edifici. "Restiamo uniti, mano nella  mano", è l'appello di Erdogan, che chiede ai turchi di "non dare credito alle notizie false sui social media, c'è chi le usa per manipolarvi, ma non date credito a queste provocazioni".

In Sira "oltre 5,3 milioni di persone potrebbero essere rimaste senza casa a causa del terremoto". Lo dice l'Unchr. Sivanka Dhanapala, rappresentante nazionale in Siria dell'agenzia Onu, ha detto che l'Unhcr si sta concentrando sulla fornitura di tende, teli di plastica, coperte termiche, materassini e abbigliamento invernale.

Il bilancio delle vittime del sisma che ha colpito Turchia e Siria ha toccato quota 23.259. Lo riferisce Sky News, secondo cui solo in Turchia i morti sono arrivati a 19.875, mentre in Siria sono in totale 3.384.

È partita stamane dal porto di Brindisi la nave San Marco della Marina Militare, diretta al porto turco di Alessandretta dove è previsto l'arrivo tra qualche giorno. "Sulla nave – ha spiegato il ministro Nello Musumeci – nel dettaglio, sono stati imbarcati materiali e mezzi offerti dal nostro Paese sia a Turchia sia a Siria". Poi il ministro Musumeri ha aggiunto: "In particolare, alla Turchia è destinato un emergency medical team di tipo 2 messo a disposizione dalla Regione Piemonte e attivato nell'ambito del Meccanismo Unionale di protezione civile, d'intesa con il nostro Dipartimento guidato da Fabrizio Curcio. Si tratta di un ospedale da campo autosufficiente, con capacità medico-chirurgica, all'interno del quale saranno operative circa 70 persone tra medici, infermieri e logisti. Destinati sempre alla Turchia anche medicinali, strumenti elettromedicali, kit igienico-sanitari, beni per cucine da campo messi a disposizione dalle Regioni Puglia e Abruzzo, da World Food Program-UNHRD, da Medici con l'Africa Cuamm e dalla Fondazione Rava". L'assistenza che arriverà in Siria – ha detto ancora Musumeci – al momento totalmente attivata tramite Meccanismo Unionale di Bruxelles, "sarà composta da 120 tende con adeguati riscaldatori, brandine e sacchi a pelo per poter dare assistenza ad oltre mille persone". Per questo ulteriore contributo di solidarietà, proprio ieri pomeriggio il governo ha approvato la proposta del ministro Musumeci per un ulteriore stanziamento di undici milioni di euro.

Dopo oltre 100 ore dal devastante sisma, un gruppo di soccorritori hanno salvato una madre e il figlio intrappolati sotto le macerie a Kirikhan.

"Non abbiamo ancora notizie dei sette italiani che non rispondono all'appello dei sopravvissuti al terremoto". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine di un evento alla Luiss. "Abbiamo allertato la Protezione civile e fatto ciò che è possibile, stiamo cercando negli ospedali, ovunque, ma purtroppo di loro nessuna notizia", ha aggiunto. I sette italiani dispersi sono l'imprenditore veneto Angelo Zen, che si trovava in Turchia al momento del sisma, e i componenti di una famiglia italiana di origine siriana.

Una famiglia di 4 persone del Queens, New York, è tra le vittime del terremoto che ha colpito Turchia e Siria. Burak Firik, 35 anni, sua moglie Kimberly, 32 anni, e i loro due figli Bilal, 1 anno, e Hamza, 2, erano in Turchia in visita alla famiglia di Burak e sono morti tra le macerie. Il padre di Kimberly ha creato una raccolta GoFundMe per riportare la famiglia in America.

Un uomo sulle macerie di un palazzo crollato ad Adana, in Turchia

L'Alto Commissario per i diritti umani ha chiesto "un cessate il fuoco immediato" in Siria per facilitare gli aiuti alle vittime del terremoto. Volker Türk sollecita "un cessate il fuoco immediato in Siria e il pieno rispetto dei diritti umani e degli obblighi del diritto umanitario in modo che gli aiuti possano raggiungere tutti", si legge in un tweet dell'Alto Commissario.

"Faremo in modo che i nostri cittadini che non vogliono stare nelle tende possano trasferirsi in altre residenze. Pagheremo l'affitto per un anno". Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan nel corso di una conferenza stampa dalle zone colpite dal terremoto. Lo riporta Anadolu.

Il bilancio delle vittime del terremoto in Turchia e Siria ha superato sia il disastro di Fukushima del 2011, in cui morirono più di 18.400 persone, sia il sisma del 1999 vicino a Istanbul nel 1999, che provocò circa 18.000 vittime. Lo riferisce l'Associated Press.

Due sorelle adolescenti sono state salvate nella città di Kahramanmaras, in Turchia, a 101 ore di distanza dal terremoto. Lo riferiscono i vigili del fuoco di Antalya, citati dalla Cnn. Ayfer, 15 anni, è stata estratta dalle macerie 99 ore dopo il sisma, due ore dopo è toccato alla sorella Fatma, 13 anni. I soccorritori hanno lavorato per dieci ore parlando di continuo con le giovani per tenerle sveglie, facendo anche ascoltare loro della musica.

Sale a 22.375 il bilancio delle vittime provocate dai terremoti che hanno colpito la Turchia e la Siria: lo riporta secondo Sky News. Di queste, 18.991 sono morte in Turchia e 3.384 in Siria. Il numero dei feriti è salito invece ad almeno 75 mila.

Salpata dal porto di Brindisi la Nave San Marco della Marina Militare, messa a disposizione dal Ministero della Difesa grazie al coordinamento del Covi – Comando Operativo Vertice Interforze per trasportare aiuti umanitari in Turchia. A bordo della nave, oltre a volontari della colonna mobile piemontese della Protezione Civile, è trasportato un ospedale da campo EMT2 messo a disposizione dalla Regione Piemonte che darà supporto alle strutture locali, con una capacità di ricovero che include quattro posti di terapia intensiva. A bordo della nave anche materiale sanitario donato dalle Regioni Abruzzo e Puglia. In più tende e brandine, in grado di ospitare 1000 persone, sono state offerte alle autorità siriane.

I soccorritori hanno estratto altre due persone in vita dopo 107 ore dal tremendo sisma che ha fatto tremare il sud della Turchia e il nord della Siria. Il salvataggio è avvenuto nello stesso palazzo da cui, questa mattina, a 102 ore dalla catastrofe, sei persone sono state estratte in vita dalle macerie ad Iskenderun, una delle principali città colpite della provincia dell'Hatay. I sei salvati di stamane appartengono a due diverse famiglie, la famiglia Oktay e la famiglia Kilinc.

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha ammesso che i soccorsi in Turchia per il terremoto "non stanno procedendo così velocemente come sperato". Parlando nella provincia di Adiyaman, anch'essa colpita dai terremoti, il presidente ha detto che alcune persone saccheggiando i mercati e attaccando le imprese, aggiungendo che uno stato di emergenza dichiarato nella zona consentirà allo Stato di imporre le sanzioni necessarie.

Il bilancio, ancora provvisorio, delle vittime turche del terremoto ha superato quota 18mila.

Il presidente siriano Bashar al-Assad si è recato ad Aleppo per compiere la sua prima visita in una zona del Paese colpita dal terremoto. Le immagini mostrano il dittatore e sua moglie all'ospedale universitario della città in visita alle persone ferite dal devastante terremoto che ha ucciso migliaia di siriani.

I soccorritori sono al lavoro senza sosta nelle zone terremotate della Turchia e questa mattina, a 102 ore dalla catastrofe, sei persone sono state estratte in vita dalle macerie di un edificio crollato ad Antakya, una delle principali città colpite dal sisma, centro della provincia dell'Hatay. Sempre in queste ore segnali di vita sono giunti da almeno altre 3 persone imprigionate tra le macerie dello stesso palazzo.

Un ragazzo di 17 anni è stato estratto vivo stamattina dalle macerie di un edificio crollato nella città turca di Gaziantep, dopo essere rimasto intrappolato per 94 ore. Il giovane ha detto di essere stato costretto a bere la propria urina per placare la sete. "Sono stato in grado di sopravvivere in quel modo", ha detto. Quando è stato salvato il 17enne ha sorriso alla folla di amici e parenti che hanno cantato il suo nome, applaudendo e piangendo mentre veniva portato via e messo su una barella.

Il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) ha sospeso temporaneamente le sue "operazioni" in Turchia dopo i terremoti che hanno colpito il sud del Paese: lo ha annunciato un funzionario militare del gruppo considerato una formazione terroristica da Ankara. "Stop alle operazioni nelle città della Turchia. Abbiamo deciso di non condurre alcuna operazione finché lo Stato turco non ci attaccherà", ha dichiarato Cemil Bayik, un alto funzionario del movimento, citato dall'agenzia di stampa Firat, vicina al Pkk.

Sono arrivati a Damasco i primi aiuti inviati dalla Cina, tra cui attrezzature mediche e rifornimenti, e altri sono in transito. Lo scrive il Global Times, spiegando che Guo Yang, vice segretario generale della Fondazione della Croce Rossa Cinese arrivato in Siria con l'aereo, ha detto che la prima spedizione comprende forniture mediche e medicinali per cinquemila persone.

Sono almeno 75.780 le persone che sono state evacuate dalle regioni del sud della Turchia che sono state  colpite dal terremoto. Lo rende noto l'Autorità turca per la gestione delle emergenze e dei disastri naturali.

Il team inviato da Kiev comprende specialisti nelle operazioni di ricerca e soccorso, medici, conduttori di cani e vigili del fuoco. “C’è una guerra nel nostro Paese, ma comprendiamo che dobbiamo dare il nostro aiuto, e questo aiuto è reciproco”.

Un bambino di un anno e mezzo e i membri della sua famiglia sono stati estratti vivi dalle macerie di un edificio crollato nel distretto di Antakya di Hatay, nel sud della Turchia, ha riferito l'agenzia Anadolu. Sela Elbarazi, sua madre, suo padre, suo fratello e suo zio sono rimasti intrappolati per 96 sotto le macerie.