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Licenziamenti facili: per Sacconi c’è il rischio di attentati terroristici

Il Ministro del lavoro s’è detto preoccupato per le possibili reazioni alle norme che ha in cantiere il governo. E ricorda Marco Biagi, ucciso nel 2001 dalle Nuove Brigate Rosse.
A cura di Alfonso Biondi
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Il Ministro del lavoro s'è detto preoccupato per le possibili reazioni alle norme che ha in cantiere il governo. E ricorda Marco Biagi, ucciso nel 2001 dalle Nuove Brigate Rosse.

Maurizio Sacconi ha paura. Sa bene che il varo di norme sui cosiddetti "licenziamenti facili" potrebbe provocare una reazione forte da parte di chi da queste misure verrà colpito. E sa altrettanto bene che alle spalle delle persone scontente e indignate spesso si nascondono frange estremiste e violente, pronte a creare disordini. "Ho paura, ma non per me perché io sono protetto, ma per le persone che potrebbero non essere protette e diventare bersaglio di violenza politica che nel nostro Paese non si è del tutto estinta" ha dichiarato il Ministro del lavoro durante un'intervista rilasciata a Sky.

Nello specifico, Sacconi ha parlato delle sue preoccupazione usando la parola "terrorismo" e rievocando pagine nerissime della storia della Repubblica italiana: "L'Italia– ha sottolineato- ha conosciuto l'anomalia di circa 40 anni di terrorismo. Oggi vedo una conseguenza dalla violenza verbale a quella spontanea e organizzata che mi auguro non arrivi ancora all'omicidio come è già accaduto l'ultima volta dieci anni fa con il povero Marco Biagi, nel contesto di una discussione simile a quella di oggi". Parole sicuramente molto forti che evidenziano, qualora ce ne fosse ancora bisogno, le preoccupazioni per la nuova regolazione dei licenziamenti per motivi economici nei contratti di lavoro a tempo indeterminato.

Per questi motivi Sacconi ha voluto subito sgombrare il campo da equivoci e definizioni, a suo dire, non rispondenti al vero. "Licenziamenti facili è un termine assolutamente falso" ha tenuto a precisare. Per il Ministro l'idea che muove il governo è quella di dare alle imprese un nuovo strumento di flessibilità che consenta loro di fare un "mezzo passo indietro" in caso di difficoltà economiche. In tal caso ai lavoratori sarebbero garantite tutte le protezioni del caso, "perché nella nostra cultura c'è una solida consuetudine a dare protezione per i lavoratori più che in altri Paesi". Ma per ora l'idea del governo non sembra essere né quella dell'opposizione né quella dei sindacati, già pronti allo sciopero generale.

La vedova di D'Antona: "Sacconi strumentalizza il terrorismo per fini filogovernativi"

La parole di Maurizio Sacconi non hanno lasciato indifferente Olga D'Antona, vedova di Massimo D'Antona,  giurista e docente italiano, ucciso dalle Nuove Brigate Rosse il 20 maggio 1999. In un intervento a Radio Capital, la donna ha così commentato l'uscita del Ministro del lavoro:

Diciamo che avrebbe fatto meglio a riflettere un po' di più sulle parole che diceva. Non è che Sacconi può strumentalizzare il terrorismo a fini filogovernativi. Non lo trovo corretto. Innanzitutto le persone che si occupano di certi temi devono essere protette e questa è una responsabilità dello Stato. Ma dall'altro questa sua ossessione sui licenziamenti facili sta creando una situazione inaccettabile. Dovrebbe avere l'intelligenza di capire che anche dal punto di vista delle imprese avere una controparte credibile è importante. Questa è una politica miope e sciocca al mio avviso.

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