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Legge di stabilità: ora si teme la stangata sulle pensioni

Dopo tanta incertezza, finalmente la legge di stabilità approda in Parlamento per la discussione: ma le sorprese non sono finite…
A cura di Redazione
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Dopo polemiche, indiscrezioni, mezze conferme ed analisi più o meno azzeccate, finalmente il testo della legge di stabilità approderà al Senato della Repubblica, per un esame che si annuncia complesso e controverso. In effetti fin dal primo momento sia Letta che Alfano avevano insistito su un concetto cardine: la manovra può essere cambiata e modificata in alcune sue parti dal lavoro del Parlamento. Con le solite due condizioni: la conferma dell'impianto base (dunque no all'introduzione di nuove gabelle e "ripartizione più o meno equa delle risorse") ed i saldi che devono necessariamente rimanere invariati.

La questione dei saldi, peraltro, è stata oggetto di non poche polemiche (delle quali vi abbiamo parlato qui), soprattutto in riferimento alla decisione del Governo di utilizzare a copertura i margini "garantiti" dall'uscita dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo. Dal testo, come riporta il Messaggero, è possibile estrapolare i primi dati, a cominciare dagli effetti finanziari: "questa manovra di 12 miliardi di euro nel 2014, ha i numeri più rilevanti nelle maggiori entrate (oltre 7 miliardi) e nelle maggiori spese (quasi 9 miliardi e mezzo). I risparmi si fermano a 4 miliardi e 210 milioni. Alla voce minori entrate (sostanzialmente il taglio del cuneo fiscale) c’è una conferma: 2 miliardi e 645 milioni".

Nello specifico però a preoccupare sono in particolare due aspetti: le ricadute sulle pensioni e la possibilità di un aggravio della tassazione sulla casa. Per quanto concerne il primo punto, va ricordato che "nel solo 2014, la deindicizzazione (parziale per quelle superiori a tre volte il minimo Inps, totale per quelle superiori a sei volte) vale 580 milioni di euro. Che diventano 1 miliardo e 380 milioni nel 2015 e 2 miliardi e 160 milioni nel 2016. Nel triennio quindi si arriva a oltre 4,1 miliardi". Come riporta Libero (con una prima stima) poi, c'è da considerare che nello specifico chi incassa "fino a 1.405 euro lordi al mese non perderà nulla. Chi invece percepisce 1600 euro lordi, con la nuova legge di Stabilità entro il 2016 si troverà 1140 euro in meno nelle tasche. Chi intasca 2100 euro lordi, lascerà per strada 1.750 euro. Chi guadagna 2700 euro lordi subirà una mancata rivalutazione pari a 2.125 euro. Infine per chi guadagnava 3.100 euro lordi nel 2011, nel 2016 la differenza in tasca toccherà quota 2.851 euro".

Anche sulla casa il rischio è quello di un aggravio medio superiore alle previsioni. Non sulla prima casa (la nuova forma di tassazione sostanzialmente pareggerà i conti, con una sorta di equivalenza Imu / Tasi), ma sulle seconde e terze case, con il contributo netto che sarà nettamente più elevato rispetto al passato. Ovviamente a patto di nuovi colpi di scena in Parlamento.

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