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Lampedusa, tragedia in mare: 25 cadaveri trovati a bordo di un barcone

Un’altra sciagura in mare a largo dell’isola siciliana. 25 migranti, tutti maschi, in gran parte giovani, sono stati trovati morti a bordo di un’imbarcazione, stipata all’inverosimile. La morte è sopraggiunta per asfissia.
A cura di Biagio Chiariello
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Nuovi sbarchi di immigrati sull'isola

Macabra scoperta questa mattina su di un barcone di immigrati diretto a Lampedusa e soccorso dalla Guardia di Finanza e dalla Capitaneria di Porto: a bordo dell’imbarcazione, stracolma (si parla di almeno 271 profughi, tra cui 36 donne e 21 bambini), i militari hanno trovato 25 cadaveri. Tutti maschi, in gran parte giovani, avrebbero trovato la morte per asfissia: "Erano morti da almeno 48 ore – chiarisce all'ADNKRONOS il medico del poliambulatorio dell'isola Pietro Bartolo che ha eseguito una prima ispezione sui corpi  -. Il caldo e il posto in cui erano stipati, la stiva, hanno accelerato la decomposizione dei corpi". La procura di Agrigento ha già aperto un'inchiesta contro ignoti per far luce su quanto accaduto a largo dell'isola siciliana: "Al momento abbiamo un'indagine per morte come conseguenza di altro delitto – ha spiegato il procuratore Renato Di Natale – l'indagine tenterà di accertare quanto accaduto".

Secondo una prima ricostruzione, effettuata prestando attenzione alle dichiarazioni di alcuni dei migranti soccorsi, l'imbarcazione, lunga una quindicina di metri, proveniva dalla Libia. A un miglio dalle coste di Lampedusa si sarebbe verificato un guasto al motore e i migranti sono stati trasferiti sulle motovedette della Capitaneria di Porto, che aveva già avvistato la carretta. Durante le operazioni di salvataggio il tragico rinvenimento nella stiva.

Lo scafista aveva lanciato l'allarme domenica sera, quando era a circa 35 miglia dall'isola. L'operazione di soccorso è scattata dopo una telefonata di aiuto fatta con un telefonino da uno dei passeggeri del barcone.

A quanto pare le 25 vittime sono state le prime persone a salire sulla barca, prendendo posto nella parte inferiore del natante: unico accesso, una botola larga appena 50 centimetri. I gas prodotti dal motore del vecchio barcone avrebbero reso l'aria irrespirabile nella stiva – che funge anche da sala macchine – e i profughi avrebbero tentato di uscire dalla minuscola apertura, ma quelli che si trovavano nella zona superiore non l'hanno permesso, per impedire di ridurre ulteriormente lo spazio nella stiva già stipata all'inverosimile.

Non è certo il primo dei drammi avvenuti in mare da quando è ripresa l’emergenza immigrazione a Lampedusa: l'ultimo, due mesi fa, quando un barcone si è rovesciato a largo delle coste tunisine, provocando la morte di oltre 150 persone.

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