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Lamezia Terme, maestra e bidella arrestate per maltrattamenti: “Clima di terrore all’asilo”

Una maestra e una collaboratrice scolastica sono state arrestate e poste ai domiciliari perché ritenute responsabili di maltrattamenti aggravati nei confronti degli alunni di una scuola dell’infanzia di Lamezia Terme. Dalle indagini è emerso “il clima di vero e proprio terrore” che regnava nell’asilo.
A cura di Susanna Picone
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Nuovo caso di maltrattamenti su minori in una scuola. Due persone sono state arrestate dalla polizia in Calabria. Ai domiciliari finiscono una maestra e una bidella di una scuola dell'infanzia di Lamezia Terme: entrambe sono accusate di maltrattamenti aggravati ai danni di alcuni bambini. Gli arresti sono stati fatti dal personale del commissariato di Lamezia Terme in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Emma Sonni su richiesta della Procura della Repubblica. Secondo quanto riferiscono gli investigatori, dalle indagini è emerso “il clima di vero e proprio terrore” che regnava nell'asilo. Le due donne arrestate hanno rispettivamente 59 e 63 anni e sono entrambe di Lamezia Terme.

Violenze fisiche e psicologiche all'asilo – Le indagini erano scattate a seguito delle denunce sporte separatamente da due mamme che avevano esternato ai poliziotti lametini il sospetto che i loro figli, che frequentavano quella scuola dell’infanzia, fossero vittime di maltrattamenti a opera di un’insegnante. Gli accertamenti effettuati dall’Ufficio Anticrimine del Commissariato oltre a riscontrare ampiamente quanto denunciato dai genitori hanno fatto acquisire ulteriori e significativi elementi circa i maltrattamenti perpetrati ai danni dei bambini non solo a opera della docente ma anche da parte della collaboratrice scolastica. Nei filmati sono emerse le urla spropositate e immotivate dell’insegnante, punizioni esemplari, percosse e frasi offensive nei confronti dei bambini. Bambini che venivano costretti a mangiare, a rimanere immobili, seduti su una panca, con la maestra che gli urlava contro, o sbatteva con forza una bacchetta di legno sulla cattedra per spaventarli. Sistematicamente le indagate usavano violenza, sia psicologica che fisica, nei confronti degli allievi a loro affidati, bambini di età compresa fra i 3 e i 5 anni.

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