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La famiglia Agnelli in trattativa per controllare l’Economist

Exor, società controllata dagli Agnelli, sarebbe pronta a rilevare una quota importante del prestigioso settimanale britannico.
A cura di Davide Falcioni
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La famiglia Agnelli potrebbe assumere il controllo dell'Economist. Dopo le voci insistenti degli ultimi giorni, sempre smentite ufficialmente, nel pomeriggio di oggi si sarebbero fatti più insistenti i rumors a proposito di una scalata di Exor, finanziaria della famiglia torinese, alla Parson. Il gruppo Agnelli è già proprietario del 5 per cento del prestigiosissimo settimanale economico britannico, ma a quanto pare sarebbe interessato a rilevare una parte del pacchetto del 50 per cento dell'Economist che Pearson ha deciso di mettere in vendita dopo aver ceduto nei giorni scorsi la proprietà del Financial Times.

Voci autorevoli tuttavia specificano che molto probabilmente la quota che dovrebbe ottenere Exor sarebbe comunque di minoranza per evitare che, dopo l'uscita di scena di Pearson, l'Economist possa avere un socio di controllo egemone. È ipotizzabile dunque che, al termine dell'operazione, la finanziaria guidata da John Elkann, abbia tra il 10 e il 20 per cento della proprietà.

L'Economist è uno dei più prestigiosi ed autorevoli settimanali di economia del mondo. Fondato nel 1843 allo scopo di sostenere la causa liberista, è edito a Londra e tratta di finanza, politica internazionale, affari e cronaca. Il periodico ha una linea apertamente conservatrice in ambito fiscale, anche se nella sua storia ha sostenuto politicamente anche posizioni più progressiste: in Italia, ad esempio, la candidatura di Prodi e Veltroni alle elezioni politiche del 2006 e 2008, in opposizione a quel Silvio Berlusconi cui non sono state risparmiate copertine dure e velenosi attacchi.

La diffusione del giornale, secondo le statistiche fornite da Audit Bureau of Circulations (ABC), si è attestata, nella prima metà del 2005, su 1.038.552 copie mensili, così distribuite: il 51% nel Nord America, il 15% nel Regno Unito, il 20% nel resto dell'Europa, vendute in 201 nazioni in edicola o in abbonamento.

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