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La cagnolina emigrata col suo padrone che sta per essere uccisa solo perché è un dogo

La storia di Iceberg, un dogo argentino prelevato dalla sua casa e condotto in canile per essere soppresso solo perché la sua razza è considerata illegale.
A cura di Antonio Palma
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Prelevata con la forza e strappata improvvisamente alla sua casa e al suo padrone e rinchiusa in un canile in attesa di essere uccisa solo perché la sua razza è considerata illegale nel Paese in cui è emigrata. È l'incubo che sta vivendo da alcuni giorni Iceberg, una cagnetta di dogo argentino nata  in Italia e con documenti italiani, ma emigrata insieme al padrone Vincenzo in Danimarca. Nel Paese scandinavo infatti il cane è a rischio soppressione perché ritenuto appartenete ad una razza pericolosa inserita in una lista di quelle vietate.

A raccontare la storia è l’Ente Nazionale Protezione Animali, che ha lanciato un appello per salvare la cagnolina anche contattando le rappresentanze diplomatiche italiana e danese. Tutto nasce quando Iceberg  viene coinvolto in una piccola zuffa tra cani. Una persona, nel tentativo di separare gli animali viene graffiata accidentalmente e superficialmente a una mano. A questo punto qualcuno segnala alla polizia la presenza di quel cane, così qualche giorno dopo le autorità si presentano a casa del propeitario, prelevano Iceberg e lo portano in un canile per sopprimerlo.

Solo così Giuseppe scopre che nel Paese i dogo argentini non sono ammessi e classificati come pericolosi. Peccato però che il cane sia nato e vissuto in Italia e che nessuno abbia mai detto niente nel momento in cui l'animale è arrivato in Danimarca qualche mese fa. Giuseppe, originario di Avellino ma che oggi lavora e vive in Danimarca insieme con la sua compagna, dopo aver trovato un lavoro stabile aveva deciso di portare nel Paese anche il suo cane che ha cresciuto fin da piccolo in Italia.  Per questo aveva sbrigato tutte le formalità del caso ottenendo un regolare passaporto per il cane come prevedono le norme Ue.

Anche all'arrivo a Copenaghen l'animale ha passato tutti i controlli nonostante sui documenti sia riportata la sua razza e gli agenti lo hanno fatto entrare nel Paese. "Quella di Giuseppe e Iceberg  è una vicenda dai tratti paradossali che certo non sfigurerebbe in un racconto di Kafka", spiegano dall’Enpa. Giuseppe, sostenuto dai legali dell’associazione animalista danese Fair Dog, ora ha intrapreso una battaglia perché il cane non sia ucciso ma rispedito in Italia. "Imploriamo le autorità danesi affinché compiano un atto di clemenza e di straordinaria umanità liberando Iceberg e concedendo un lasciapassare affinché possa, il giorno stesso, tornare in Italia" scrivono dall'Enpa.

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