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L’Ue dice sì alle nozze gay: “Sono un diritto umano”

La relazione annuale sui diritti civili approvata dal Parlamento europeo a larga maggioranza.
A cura di Antonio Palma
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Le nozze gay devono essere riconosciute dagli Stati perché sono un diritto umano e civile. A sostenerlo è il Parlamento europeo che proprio oggi ha votato a favore del riconoscimento delle unioni civili e del matrimonio tra persone dello stesso sesso nei Paesi membri. La relazione sui diritti civili è stata approvata dal Parlamento Ue con oltre 390 voti a favore, 151 contrari e 97 astensioni. In particolare il passaggio sulle nozze gay compare al punto 162 della relazione annuale sui diritti umani e le democrazia nel mondo nel 2013 e sulla politica della Ue in materia, il cui relatore è l'europarlamentare socialista Pier Antonio Panzieri. L'Unione europea, si legge nel rapporto approvato a larga maggioranza, prende atto "della legalizzazione del matrimonio e delle unioni civili tra persone dello stesso sesso in un numero crescente di Paesi nel mondo, attualmente diciassette, incoraggia le istituzioni e gli Stati membri dell'Ue a contribuire ulteriormente alla riflessione sul riconoscimento del matrimonio o delle unioni civili tra persone dello stesso sesso in quanto questione politica, sociale e di diritti umani e civili".

Soddisfazione del gruppo LGBTI all'Europarlamento

L'approvazione della relazione è stata colta con soddisfazione da Daniele Viotti del Pd, copresidente dell’Intergruppo LGBTI al Parlamento Europeo. "Sono molto soddisfatto perché questo rapporto pone delle direttive chiare sul comportamento europeo in termini di autodeterminazione del corpo femminile e di opposizione a ogni pratica omofobica e transfobica e perché è stato votato favorevolmente dalla quasi totalità del Pd" ha dichiarato l'europarlamentare, aggiungendo: "Il testo evidenza la forte esigenza a migliorare la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali delle persone LGBTI anche attraverso normative sui crimini motivati dall’odio. Ritiene, inoltre, che le persone LGBTI sarebbero maggiormente tutelate se avessero accesso a istituti giuridici quali coabitazione, unione registrata e matrimonio".

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