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Julian Assange e il caso Wikileaks

L’Ecuador difende Assange, la Svezia si arrabbia e gli USA stanno a guardare

La concessione dell’asilo politico al fondatore di Wikileaks da parte di Quito rischia di far sfociare il caso Assange in un incidente diplomatico, che sarebbe solo l’ultimo pezzo di una interminabile vicenda politico-giudiziaria.
A cura di Biagio Chiariello
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Svezia (e Inghilterra) contro Ecuador sul caso Assange, dopo che Quito ha deciso di concedere asilo diplomatico al fondatore di WikiLeaks. Un atteggiamento che ha indignato il capo del governo svedese Fredrik Reinfeldt. "E' inaccettabile", ha detto il premier all'agenzia stampa svedese, riferendosi alla scelta del governo dello stato sudamericano di difendere irremovibilmente Assange, dal momento che Londra e Stoccolma non assicurano sul fatto che venga successivamente estradato negli USA dove rischia la pena di morte. Una situazione tesissima che non fa altro che acuire l'impasse diplomatico tra le tre nazioni. Da 60 giorni ormai, il padre di WikiLeaks è rinchiuso nell’ambasciata londinese di Quito. Ad attenderlo, all'esterno della sede diplomatica di Knightsbridge, pare ci siano una cinquantina di agenti della polizia britannica pronti ad arrestarlo sulla base di un mandato di arresto europeo e internazionale formulato dell'Interpol, su richiesta delle autorità svedesi.

L'accusa nei confronti di Assange? "Stupro", seppur il "red notice" emesso nei suoi confronti parla più precisamente di “sex by surprise” (la rottura del profilattico e il non aver utilizzato il condom contro la richiesta della partner) un reato previsto dalle norme svedesi che include, nell’articolo sullo “stupro semplice”, “qualsiasi atto di costrizione collegato al sesso”. Il fondatore di WikiLeaks ha sempre sostenuto che questa vicenda non sia altro che un pretesto per estradarlo negli Stati Uniti dove è convinto che verrebbe perseguitato per aver pubblicato documenti segreti. Una tesi appoggiata da tutti i sostenitori di Assange, convinti che il complotto nei suoi confronti è stato architettato per consegnarlo nelle mani del governo americano che ha già bella e pronta l'accusa di spionaggio per la quale, come detto, rischia il patibolo.

L'Ecuador rivedrà dunque la sua posizione solo se i diritti del rifugiato australiano saranno rispettati in Svezia. "Nei negoziati l'Ecuador si è detto pronto ad accettare un impegno britannico e svedese che, una volta che Assange avrà incontrato la magistratura svedese, non sarà estradato in un paese terzo, e nello specifico gli Stati Uniti", ha dichiarato una fonte al Guardian, affermando che il tavolo delle trattative potrebbe essere organizzato a breve: «il Foreign Office ha chiamato l'ambasciatore per confermare che ha ancora la volontà di negoziare, così parliamo». Nel frattempo WikiLeaks ha annunciato su Twitter che il suo leader farà «una dichiarazione pubblica davanti all'ambasciata dell'Ecuador domenica alle 14». Parole che saranno pronunciate dal balcone della sede diplomatica londinese, l'unico luogo pubblico dove Assange non rischia l'arresto.

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