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Iraq, l’Ue dice sì all’invio di armi ai curdi

I ministri degli esteri dell’Ue riuniti oggi a Bruxelles hanno dato il via libera alla decisione di alcuni stati membri di consegnare armi ai curdi iracheni che combattono l’Isis.
A cura di Antonio Palma
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Via libera dell'Unione europea all'invio di armi ai curdi in Iraq  per combattere i jihadisti del califfato islamico. I ministri degli Esteri dell'Ue riuniti in un summit straordinario a Bruxelles infatti hanno concordato sulla necessità di armare i curdi assediati dagli jihadisti in Iraq. Lo ha rivelato una fonte diplomatica europea che ha parlato di una decisione politica molto forte. Ovviamente non si tratta di un invio diretto di armi dell'Ue, ma di un via libera a tutti quei Paesi membri dell'Unione che avevano espresso la volontà di inviare aiuti militari ai curdi. La risposta alle richieste dei curdi "saranno fatte in accordo alle capacità e leggi nazionali degli Stati membri e col consenso delle autorità nazionali irachene", si legge infatti nelle conclusioni del Consiglio dei ministri degli esteri dei Ventotto a Bruxelles. L'Ue inoltre valuterà sanzioni contro i sostenitori finanziari dell'Isis che contravvengono alle risoluzioni dell'Onu cercando di prevenire che lo Stato islamico tragga beneficio dalla vendita di petrolio.

Francia, Gran Bretagna e Repubblica Ceca invieranno armi

Del resto alcuni Paesi dell'Ue avevano già deciso l'invio di armi. La Gran Bretagna ad esempio si era detta pronta a fornire armi direttamente alle forze curde per fronteggiare la minaccia dell'Isis in Iraq nel caso di richiesta degli interessati. La decisione era stata concordata dal primo ministro David Cameron e dal suo vice Nick Clegg che avevano dato mandato al ministro degli Esteri, Philip Hammond, di annunciarlo al Consiglio Ue straordinario a Bruxelles. Anche il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius aveva annunciato la disponibilità di Parigi a consegnare armi ai curdi, giudicati in grado di sostenere il conflitto con l'Isis. La stessa volontà di rifornire di armi i curdi era stata espressa dalla Repubblica Ceca. In un comunicato del governo ceco infatti è stato spiegato che "Il ministero degli Esteri ritiene che la fine di agosto sia una data realistica per fornire armi e munizioni" ai curdi che combattono contro gli jihadisti. Nella nota però non si specifica di che tipo di armi si tratti.

Svezia e Belgio non invieranno armi ma solo aiuti umanitari

Al contrario Belgio e Svezia si erano detti contrari all'invio di armi e disposti soltanto a fornire aiuti umanitari. "Ho accolto con favore quello che gli Stati Uniti, la Francia ed altri hanno fatto. La Svezia per altre ragioni non può, e per questo si concentra in quello che sa fare meglio, cioè gli aiuti umanitari" aveva spiegato il ministro svedese Carl Bildt al suo arrivo al Consiglio esteri Ue, aggiungendo: "Occorre una strategia politica, umanitaria e di sicurezza al livello Ue ed è importante che ci sia coordinamento con le autorità di Baghdad". Più sfumata la posizione dell'Italia e della Germania che seppur d'accordo con l'invio di armi per il momento non hanno promesso aiuti militari. "Non possiamo semplicemente elogiare gli Usa per i raid aerei. Dobbiamo capire cosa possiamo fare per sostenere le forze curde" ha spiegato il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier, mentre il nostro ministro degli esteri, Federica Mogherini, al suo arrivo a Bruxelles aveva sottolineato la necessità che l'Ue prendesse una posizione unitaria, ribadendo che il nostro Paese è già impegnato in Iraq con aiuti umanitari. Mogherini ha poi spiegato che l’Italia sta valutando l’eventuale invio di armi ai curdi, ma che in ogni caso sarà necessario prima un passaggio in Parlamento.

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