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Netflix taglia il costo degli abbonamenti in 30 Paesi: “Vogliamo migliorare l’esperienza dei clienti”

Abbassare il prezzo è un modo per rimanere competitivi nel mercato dello streaming, soprattutto ora che l’azienda ha deciso di bloccare la condivisione degli account.
A cura di Elisabetta Rosso
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È un tira e molla quello di Netflix, da un lato cerca di monetizzare gli utenti “abusivi”, dall’altro vuole rimanere comunque competitivo su un mercato feroce. Dopo aver annunciato la fine degli account condivisi il gigante dello streaming ha deciso di tagliare i prezzi in 30 Paesi. I canoni di abbonamento saranno ridotti in Malesia, Indonesia, Tailandia, Filippine, Croazia, Venezuela, Kenya, alcuni Paesi dall'Africa sub-sahariana, Iran, Croazia, Slovenia, Bulgaria, Yemen, Giordania, Iran, Libia, Venezuela, Ecuador e Nicaragua. "Esploriamo sempre modi per migliorare l'esperienza dei nostri abbonati. Possiamo confermare che stiamo aggiornando i prezzi degli abbonamenti in alcune aree", ha spiegato un portavoce di Netflix. Molto probabilmente l’Italia non rientrerà nella lista dei Paesi scelti dall’azienda.

Netflix deve giocare d'equilibrio. Gli anni d’oro sono finiti, le azioni della società hanno chiuso in ribasso del 3,4% a New York giovedì 23 febbraio, e come spiega il portavoce dell'azienda "le persone non hanno mai avuto più scelta quando si tratta di intrattenimento", c’è Amazon, Disney plus, HBO, NowTv. A gravare su tutto poi c’è il problema degli account condivisi, gli utenti che usano il servizio senza pagare, l’azienda ha stimato che sono quasi 100 milioni. A gennaio, il co-amministratore delegato di Netflix Greg Peters ha spiegato che Netflix metterà in atto strategie per attirare più abbonati. "Vogliamo allargare ancora di più lo spettro di utenti mentre cerchiamo di servire più membri in tutto il mondo, per farlo offriremo un servizio adeguato con prezzi variabili”, ha detto.

Lo stop agli account condivisi

Netflix sta già sperimentando lo stop degli account condivisi in Cile, Costa Rica e Perù. Ma l’azienda ha spiegato che il divieto verrà esteso ovunque e da marzo 2023 ogni account sarà personale, e se si vuole condividere il profilo bisognerà pagare. Non è ancora chiara la tariffa ma il prezzo dell’abbonamento nei Paesi dove è iniziato il test può essere indicativo. La maggiorazione è equivalente a un quarto del prezzo standard. Questo vuol dire che ogni account secondario potrebbe costare tra i 3,50 ai 4 euro. La piattaforma per rendere più appetibile il costo ha anche aggiunto la visione su più dispositivi supportati contemporaneamente e una qualità maggiore dello streaming: Ultra HD 4K.

Il rischio di questa manovra è che alcuni utenti scelgano di non pagare per qualcosa che prima era gratis. Se tutto andasse secondo i piani però Netflix dovrebbe guadagnarci. Nel 2021 il fatturato globale è stato di 29,7 miliardi di dollari entro la fine del prossimo anno la piattaforma potrebbe raggiungere un’entrata aggiuntiva di 721 milioni di dollari l’anno, grazie agli account condivisi a pagamento.

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