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Perché presto vedremo sempre più bottiglie di plastica con i tappi che non si staccano

Alcune aziende hanno iniziato a distribuire bottiglie di plastica con i “tethered cap”, i tappi che non si staccano una volta tolti. Presto lo faranno tutte.
A cura di Andrea Centini
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Molto presto inizieremo a vedere sempre più bottiglie di plastica con i tappi agganciati, ovvero che non si staccano una volta svitati o sollevati dopo l'apertura. Alcune aziende hanno già introdotto questa soluzione, mentre altre sono nel pieno della ricerca e sviluppo per trovare il sistema più adeguato per i propri prodotti. Ma tutte, entro il 2024, nell'Unione Europea dovranno adeguarsi alla novità. La ragione è semplice: nel 2024 entrerà in vigore la Direttiva UE  (2019/904) che prevede che tutte le bottiglie in PET (polietilene tereftalato) entro i 3 litri dovranno obbligatoriamente essere dotate dei cosiddetti tethered cap, ovvero i tappi agganciati alla bottiglia (o contenitore che sia), attraverso una linguetta o un altro sistema.

La decisione, analoga a quella della messa al bando di piatti, bicchieri e posate in plastica, oltre a quella dei cotton fioc e dei bastoncini per i palloncini (a loro volta pericolosissimi per gli animali), è stata presa per proteggere l'ambiente e ridurre l'inquinamento da plastica, tra le principali emergenze globali. I tappi delle bottiglie sono infatti tra i rifiuti più individuati a terra e sulle spiagge, non solo a causa dell'inciviltà di molte persone, ma anche perché possono staccarsi facilmente dal contenitore principale e andare perduti per distrazione o altre ragioni. Lasciandoli sempre agganciati alla bottiglia sicuramente sarà ridotta una (piccola) parte dell'impatto ambientale. Ma non si tratta certamente di una soluzione in grado di contrastare il problema rappresentato dall'inquinamento da plastica.

Per rendersi conto di quanto sia catastrofico, basti pensare che, secondo un rapporto del WWF pubblicato in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani, solo nel Mar Mediterraneo ogni anno finiscono 570mila tonnellate di plastica, pari a 34mila bottigliette da mezzo litro ogni minuto. Il dato è destinato a quadruplicare entro il 2050. Nei mari e negli oceani di tutto il mondo finiscono invece 8 milioni di tonnellate di plastica all'anno, ma le stime peggiori indicano che potremmo riversare nel grande blu fino a 20 milioni di tonnellate di plastica. Di questo passo, secondo una recente ricerca, entro un trentennio nei mari e negli oceani ci sarà più plastica che pesce. Il problema dei rifiuti plastici è stato ulteriormente acuito durante la pandemia di COVID-19, con oltre 8 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti tra marzo 2020 e novembre 2021.

Questi dati indicano chiaramente che i tappi delle bottiglie e dei contenitori di plastica rappresentano solo una piccola parte del problema; fare in modo che non si disperdano nell'ambiente è comunque un piccolo passo in avanti, anche per le stesse aziende, dato che con l'aumentata sensibilità verso le tematiche ambientali, trovare tappi con i loghi non fa certo una bella pubblicità alle aziende produttrici. La speranza è che venga trovata al più presto una soluzione alternativa alla plastica in toto, dannosa non solo per gli animali e gli ecosistemi, ma anche per la nostra salute, a causa delle microplastiche e delle nanoplastiche sempre più diffuse, derivate dalla frammentazione dei rifiuti più grandi. Questi piccoli frammenti finiscono nella catena alimentare sin sulle nostre tavole, oltre che nei nostri polmoni e nel sangue, con conseguenze sanitarie ancora tutte da determinare.

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