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Perché ad agosto ha fatto meno caldo rispetto a luglio

Il mese scorso siamo stati investiti da una forte e duratura ondata di calore, mentre ad agosto le temperature risultano decisamente migliori. Ecco perché.
A cura di Andrea Centini
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Agosto è generalmente considerato il mese estivo per eccellenza, quello delle vacanze, del bagno al mare e della cosiddetta canicola o solleone, insomma, del caldo torrido e afoso. Ma agosto è davvero il mese più caldo dell'anno? Quest'anno, come mostrano ampiamente le temperature medie dei bollettini meteo, in Italia agosto è stato indubbiamente più fresco di luglio e ce ne siamo accorti praticamente tutti. Nelle scorse settimane, del resto, ha imperversato sullo Stivale il famigerato anticiclone africano, una cappa di aria calda proveniente da sud che ha scalzato il più mite anticiclone delle Azzorre, quello che fino a qualche decennio fa ci regalava estati stabili e gradevoli. Ma il caldo “iperestremo” di questo luglio, paragonabile a quello della rovente estate del 2003, per quanto eccezionale non ha stravolto nessuna consuetudine: luglio, infatti, è di norma sempre il mese più caldo dell'anno, non quello di agosto. Com'è possibile?

La spiegazione è fondamentalmente astronomica ed è legata al giorno (o meglio, al ) più lungo dell'anno, quello del solstizio d'estate, che quest'anno si è verificato alle 11:13 del 21 giugno. Questo giorno si caratterizza per essere quello con più ore di luce dell'intero anno; nel 2022, ad esempio, il 21 giugno Roma è stata sotto i raggi del Sole per 15 ore e 16 minuti; Napoli per 15 ore e 7 minuti a Napoli; Milano per 15 ore e 42 minuti; Firenze 15 ore e 28 minuti e così via. Poiché si tratta del giorno che riceve il maggior quantitativo di raggi solari, a intuito ne dovrebbe conseguire anche quello più caldo dell'anno. Per lo stesso motivo, giugno dovrebbe essere il mese più caldo, poiché le ore di luce dei giorni di giugno sono in media superiori a quelle di luglio e di agosto. Ma come sappiamo, le cose non stanno così.

La ragione risiede nel fatto che la temperatura che percepiamo non è legata solo al quantitativo di raggi solari che giungono dalla nostra stella. Buona parte del calore, infatti, deriva dalla irradiazione della Terra, molta della quale dipende dal calore rilasciato dai mari. Nel determinare la temperatura di un giorno il fattore più influente è proprio la capacità termica del pianeta, come spiegato dal professor Shlomi Dagan, docente presso il Dipartimento di Chimica Biologica del presitigioso Istituto di Scienze Weizmann (Israele). “Il Sole riscalda la Terra, che in seguito irradia calore sotto forma di radiazione elettromagnetica a lunghezze d'onda maggiori di quella assorbita. Questo processo richiede molto tempo e la differenza di solito ammonta a 4-6 settimane”, ha chiosato lo scienziato.

Le grandi concentrazioni di calore assorbito nei "giorni più lunghi" attorno al solstizio d'estate vengono dunque irradiate proprio a luglio, ed è per questo motivo che il mese risulta essere mediamente il mese più caldo dell'anno. Per la stessa ragione i mesi più freddi capitano a gennaio / febbraio e non a dicembre quando si verifica il solstizio d'inverno, il giorno con la notte più lunga e il dì (ore di luce) più corto. “Il giorno in cui l'emisfero nord riceve meno luce solare è il 22 dicembre, il giorno più corto dell'anno. Nonostante ciò, i mesi più freddi sono in genere gennaio e febbraio, ancora una volta a causa del tempo impiegato dalla Terra per irradiare il calore assorbito”, ha sottolineato il professor Dagan. In questo ragionamento va contemplata anche l'inclinazione dei raggi solari, che ha un impatto sensibilmente superiore alla distanza del Sole. Non a caso proprio a luglio si verifica l'afelio, cioè il punto di massima distanza tra Terra e Sole; nonostante la distanza significativa tra i due oggetti celesti, proprio a luglio si verificano in media le giornate più calde dell'anno nell'emisfero boreale, non solo per la suddetta irradiazione, ma anche per l'inclinazione dei raggi solari che ci raggiungono.

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