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Cos’è l’anticiclone delle Azzorre

Nel mese di luglio ha rifatto capolino l’anticiclone delle Azzorre, che un tempo ci regalava estati stabili con un clima gradevole. Ecco di cosa si tratta.
A cura di Andrea Centini
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Un'area anticiclonica di alta pressione. Credit: NASA
Un'area anticiclonica di alta pressione. Credit: NASA

I cicloni tropicali, conosciuti anche come uragani, tifoni, willy-willy e altri nomi in base all'area geografica che interessano, sono annoverati tra le perturbazioni atmosferiche più violente e si caratterizzano per la bassa pressione. A essi si contrappongono gli anticicloni, che in meteorologia, come spiegato da centrometeo.com, sono zone di alta pressione “in rotazione e chiuse”. Sia i cicloni che gli anticicloni sono dunque vortici atmosferici, ma presentano dinamiche e conseguenze sensibilmente differenti. In linea generale possiamo dire che i cicloni sono associati al maltempo e all'instabilità, mentre gli anticicloni al bel tempo stabile e cieli generalmente sereni (con possibile piogge locali lungo il fronte meteorologico). In Italia balzano spesso agli onori della cronaca due anticicloni, quello delle Azzorre e quello Africano. Quest'ultimo è responsabile delle temperature roventi – ben superiori alla media – che abbiamo sperimentato nelle ultime settimane. Ma cos'è esattamente l'anticiclone delle Azzorre?

Come suggerisce il nome, l'anticiclone delle Azzorre – conosciuto anche come “Azores High” – è legato all'arcipelago di nove isole incastonato nell'Oceano Atlantico. L'autorevole agenzia federale statunitense National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) definisce questo anticiclone come un'area subtropicale semipermanente di alta pressione sita nel cuore dell'Oceano Atlantico settentrionale, che mediamente si trova proprio all'altezza delle isole vulcaniche portoghesi. Ma questa massa atmosferica vorticante non è fissa e tende a spostarsi più a Est o a Ovest in base alle stagioni. In Europa lo conosciamo come anticiclone delle Azzorre tutto l'anno, mentre in Nord America prende questo nome solo in inverno e in primavera; in estate e autunno, infatti, è soprannominato anticiclone delle Bermuda (Bermuda High) perché in questo periodo dell'anno il centro della zona di alta pressione è più vicino alle Bermuda. Un'area di alta pressione si identifica quando la pressione atmosferica è superiore a quella dell'aria circostante (aumenta dalle zone marginali verso il centro).

Credit: NOAA
Credit: NOAA

Come spiegato dal portale meteorologiaenred.com, la formazione dell'anticiclone delle Azzorre è legata alla circolazione atmosferica e alla differenza di temperatura tra l'equatore e i poli. In parole semplici, le alte temperature delle zone equatoriali innescate dalla radiazione solare determinano un aumento dell'aria calda a causa della sua bassa densità. Quest'aria sale sia in altitudine che in latitudine. Fino a 30° – 40°N, spiegano gli esperti, l'aria calda discende attraverso un processo di affondamento “che si traduce in una corrente ascensionale costante e nulla”. Questo insieme di processi dà vita all'anticiclone.

In estate l'anticiclone delle Azzorre normalmente si manifestava sull'Europa occidentale e sull'Italia, garantendo il bel tempo e tenendo a bada le perturbazioni provenienti dalle latitudini settentrionali, oltre alla massa d'aria rovente proveniente da Sud. A causa dei cambiamenti climatici e di altri fattori in grado di influenzare la circolazione atmosferica – come l'indebolimento / rallentamento delle correnti a getto – l'anticiclone delle Azzorre negli ultimi decenni se n'è rimasto più “in disparte” sull'Oceano Atlantico, riducendo la sua influenza sull'Europa mediterranea e dunque privandoci dei suoi benefici. In passato, infatti, la sua presenza era garanzia di tempo stabile, temperature massime gradevoli e piogge isolate localmente.

Lo spazio lasciato libero dall'anticiclone delle Azzorre “in ritirata” è stato preso d'assalto da un altro anticiclone, quello Africano, che è invece legato a siccità e temperature sensibilmente più elevate. In questo gioco di scontri tra enormi masse d'aria – quella perturbata proveniente da nord e quella siccitosa da sud – ogni tanto l'anticiclone delle Azzorre riesce ancora a inserirsi, come sta accadendo in questo mese di luglio. Secondo gli esperti è molto probabile che la sua influenza sia stata radicalmente modificata anche a causa dell'impatto antropico sull'ambiente, dalle estreme emissioni di anidride carbonica (CO2) alla deforestazione, in grado di alterare la circolazione atmosferica.

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