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Cambiamenti climatici

Cos’è l’anticiclone delle Azzorre: differenze con quello africano e gli effetti sull’Italia

L’anticiclone delle Azzorre è stato protagonista indiscusso delle tipiche e piacevoli estati mediterranee fino a circa 30 anni fa, ma a causa del cambiamento climatico è stato sempre più estromesso da quello africano. Cosa sono questi fenomeni meteorologici e quali sono gli effetti sull’Italia.
A cura di Andrea Centini
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Un anticiclone. Credit: Wikipedia
Un anticiclone. Credit: Wikipedia
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Ascoltando le previsioni meteo è capitato a chiunque di imbattersi nella citazione dell'anticiclone delle Azzorre, un'area di alta pressione legata al meraviglioso arcipelago portoghese incastonato nell'Oceano Atlantico. In parole semplici, si tratta di un fenomeno meteorologico generalmente associato a tempo stabile, temperature alte ma gradevoli, cielo sereno e sporadici fenomeni temporaleschi nella zona del fronte. Nonostante il nome, i suoi effetti vanno ben oltre le nove isole delle Azzorre, influenzando sensibilmente una fetta significativa del clima nell'emisfero boreale (settentrionale) del pianeta e in particolar modo quello dell'Europa occidentale. O almeno lo faceva fino ad alcuni decenni addietro. A causa del cambiamento climatico, infatti, l'anticiclone delle Azzorre negli ultimi 30 anni circa è stato messo sempre più in disparte dall'anticiclone subtropicale africano (o nordafricano), che determina condizioni climatiche e meteorologiche decisamente meno piacevoli, come abbiamo sperimentato a luglio 2023 in Italia con Cerbero e Caronte. L'aria proveniente da sud, dal deserto del Sahara, è infatti decisamente più calda di quella in arrivo dall'Atlantico, con conseguenti ondate di calore, afa legata all'umidità accumulata sul Mediterraneo, siccità e fenomeni meteorologici estremi più intensi.

Cos'è l'anticiclone delle Azzorre

Come sottolineato da weatheronline.co.uk, l'anticiclone delle Azzorre, conosciuto anche come Azores High, “è una regione anticiclonica semi-permanente con un'alta pressione relativamente consistente sopra l'Oceano Atlantico a circa 30° N di latitudine in inverno”. Per capire meglio cosa significa partiamo dal termine anticiclone, che come suggerisce il nome è esattamente l'opposto di ciclone. I cicloni, chiamati anche uragani e tifoni in base alle regioni geografiche in cui si formano, sono vortici atmosferici che si manifestano con violentissime perturbazioni e sono associati a bassa pressione, tempo altamente instabile, venti forti e precipitazioni estreme. Gli anticicloni sono anch'essi vortici atmosferici, tuttavia a differenza dei primi sono legati all'alta pressione, al bel tempo e al sole. In parole semplici, sono le due facce della stessa medaglia. Per "regione ad alta pressione" si intende un'area caratterizzata da aria a una pressione superiore a quella circostante (oltre i 1013 Pa) e in aumento dalla periferia del vortice al centro. È proprio questa caratteristica legata all'aria che “sprofonda” verso l'interno a tener lontano il maltempo, che tuttavia può fare capolino nell'area periferica dell'anticiclone, responsabile dei caratteristici e rinfrescanti acquazzoni estivi. Ma come origina esattamente l'anticiclone delle Azzorre?

Come si forma l'anticiclone delle Azzorre

La formazione dell'anticiclone delle Azzorre è dovuta alla circolazione atmosferica e alla differenza di temperatura tra l'equatore e i poli, come spiegato dal sito spagnolo meteorologiaenred.com. Si tratta di una figura barica (cioè legata alla pressione dell'aria) dinamica, che non è fissa ma che sposta il suo cuore sia in latitudine che in longitudine al variare delle stagioni. I suoi “confini” sono plasmati da una corrente a getto a 7 – 10 chilometri di quota, che scaturisce proprio dalla differenza nelle temperature tra masse d'aria che si incontrano e scontrano. La “nascita” dell'anticiclone è legata alla radiazione solare che fa aumentare la temperatura nelle regioni equatoriali, determinando un conseguente innalzamento dell'aria calda a bassa densità. Fino ai 30 – 40° di latitudine Nord, l'aria calda che sale si contrappone a quella che scende “annullandosi”, innescando di fatto le condizioni calme e costante tipiche dell'anticiclone.

Come specificato, l'anticiclone delle Azzorre non è fisso ma si sposta e aumenta o diminuisce in dimensioni sulla base di molteplici fattori, di origine antropica come il cambiamento climatico ma anche naturali. Durante l'inverno esso rimane confinato nel cuore dell'Atlantico a causa della forte corrente a getto polare, con sporadiche escursioni verso nord, mentre in estate l'indebolimento delle correnti a getto consentono una maggiore mobilità dell'anticiclone che può far arrivare le sue propaggini fin sull'Europa. È interessante notare che in Europa prende sempre il nome di anticiclone delle Azzorre, mentre negli Stati Uniti ha nomi differenti in base alle stagioni / posizioni. Come spiegato dalla NOAA, durante l'estate e l'autunno il suo centro si trova nell'Atlantico settentrionale occidentale nei pressi delle Bermuda, per questo motivo prende il nome di anticiclone delle Bermuda; in inverno e all'inizio della primavera esso migra invece verso la porzione orientale e settentrionale dell'Atlantico, diventando così anticiclone delle Azzorre.

Gli effetti dell'anticiclone delle Azzorre sull'Italia

Durante il periodo estivo il centro dell'anticiclone delle Azzorre si sposta verso la Penisola Iberica attorno ai 35° di latitudine Nord, espandendo la sua influenza su diversi Paesi Europei, Italia compresa. In condizioni normali l'arrivo di questa massa d'aria umida e calda proveniente dall'Atlantico è in grado di tenere a bada le perturbazioni provenienti da nord e le masse di aria molto calda e secca dell'anticiclone subtropicale africano provenienti da sud, generando una sorta di cupola di bel tempo sull'area mediterranea. Fino ad alcuni decenni fa le tipiche estati italiane erano caratterizzate da temperature calde ma gradevoli, tempo stabile e sporadici episodi temporaleschi associati al fronte dell'anticiclone. Naturalmente anche in passato l'anticiclone africano riusciva talvolta a "spodestare" quello delle Azzorre, ma negli ultimi anni è cambiato tutto.

A causa del riscaldamento globale e di altri fenomeni naturali, infatti, le alterazioni alla circolazione atlantica hanno determinato un eccessivo indebolimento / rallentamento delle correnti a getto, modificando anche la robustezza, le dimensioni e le capacità di spostamento dell'anticiclone delle Azzorre. Se prima in estate la sua influenza era regolarmente presente sul bacino mediterraneo, regalandoci una piacevolissima stagione calda, oggi non riesce quasi più a tenere il passo con l'anticiclone nordafricano, che lo ha letteralmente soppiantato. La massa d'aria secca e calda proveniente dal deserto del Sahara riesce a incunearsi più facilmente sul Mare Nostrum lasciando più a lungo in disparte l'anticiclone delle Azzorre e i suoi effetti benefici. L'anticiclone subtropicale africano interessa quasi perennemente l'area desertica del Nord Africa dove determina una costante stabilità atmosferica. Come quello delle Azzorre è in grado di spostarsi e le sue escursioni verso Nord sono diventate più frequenti e intense a causa dei mutamenti climatici.

Questo avvicendamento si è tradotto in Italia in un aumento delle ondate di calore estreme nel periodo estivo, come quella vissuta nelle prime settimane di luglio 2023. Picchi di temperature massime ben oltre i 40° C in numerose città, vasti incendi, siccità e fenomeni meteorologici sempre più intensi e frequenti, come i downburst e le devastanti grandinate che hanno colpito il Settentrione nella seconda metà di luglio, sono frutto (anche) delle alterazioni climatiche innescate dalla costante immissione di CO2 (anidride carbonica) e altri gas climalteranti in atmosfera, responsabili dell'effetto serra e dunque dell'aumento significativo delle temperature sia sulla terraferma che dell'acqua marina. Non a caso sia l'Atlantico che il Mediterraneo continuano a riscaldarsi a un ritmo mostruoso, con impatti catastrofici sugli equilibri ecologici ma su noi stessi, erodendo salute, economia e società.

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