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Neuralink, il primo impianto su un umano ha avuto un problema: cosa è successo

Telepathy serve a controllare altri device esterni, come un computer o un arto robotico, solo con il pensiero. E infatti il dispositivo si basa sulla brain-computer interface (BCI), l’interfaccia cervello-computer che permette una comunicazione tra l’attività cerebrale e un qualsiasi altro device esterno.
A cura di Elisabetta Rosso
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"Cento giorni di successo" per Neuralink, scrive Elon Musk su X. Non proprio. Dopo le prime dimostrazioni il chip infatti ha cominciato a creare problemi. Nelle settimane successive alcuni fili tempestati di elettrodi che si trovano nel tessuto cerebrale hanno iniziato a ritrarsi creando malfunzionamenti. "Il dispositivo impiantato nel primo paziente umano, Noland Arbaugh, ha avuto problemi meccanici" ha spiegato l'azienda in un post sul blog. Arbaugh ha 29 anni, ed è rimasto paralizzato dalla spalla in giù dopo un incidente subacqueo. Il 28 gennaio 2024 gli è stato impiantato Telepathy, il dispositivo Neuralink. L’azienda sta sviluppando un’interfaccia cervello-computer, o BCI, che vuole aiutare i pazienti con paralisi gravi a controllare le tecnologie esterne utilizzando solo segnali neurali.

È dal 2016 che Neuralink lavora a questo chip, a dicembre del 2022 sono state annunciate le prime sperimentazioni umane. La lista d'attesa è stata aperta a settembre 2023 per trovare i primi 11 pazienti e verificare la sicurezza e l'efficacia del chip. Arbaugh è stato selezionato come paziente zero.

L’obiettivo dell'azienda è “creare un’interfaccia neuronale per il ripristino dell’autonomia di coloro che oggi hanno bisogni medici insoddisfatti”. Neuralink però non vuole solo aiutare le persone con paralisi e condizioni debilitanti, vuole infatti sviluppare anche un dispositivo in grado di “sbloccare il potenziale umano” migliorandone capacità fisiche e mentali fino a raggiungere la “simbiosi con l’intelligenza artificiale”. Ma sembra che ci sia ancora tanta strada da fare.

Cosa non ha funzionato

Neuralink nel post sul blog ha spiegato che i fili si sono ritratti, riducendo i bit al secondo. Arbaugh ha quindi perso velocità e precisione sul controllo del cursore. I fili sono collegati a un dispositivo che si trova all'interno dell'osso cranico, non nel tessuto cerebrale. "Una cosa che ingegneri e scienziati non riescono a capire è quanto il cervello si muove all'interno dello spazio intracranico", ha spiegato Eric Leuthardt, neurochirurgo della Washington University School of Medicine di St Louis. "Semplicemente annuire o muoverla bruscamente può causare perturbazioni di diversi millimetri."

Prima dell'intervento l'azienda aveva fatto diversi test sugli animali, che però hanno un cervello più piccolo rispetto agli umani, "quindi gli elettrodi non si spostano di molto", ha sottolineato Leuthardt. Non solo. Di solito i chirurghi posizionano gli impianti cerebrali direttamente sopra il tessuto cerebrale, dove si muovono “come una barca sull’acqua”, ha spiegato Matt Angle, amministratore delegato della società rivale di impianti cerebrali Paradromics Inc. "Avere fili che si ritraggono non è normale", ha aggiunto.

Secondo l'azienda i malfunzionamenti potrebbero anche essere stati causati "dall'aria intrappolata nel cranio di Arbaugh dopo l'intervento chirurgico". La fuoriuscita dei fili non sembra rappresentare un rischio per Arbaugh, l'azienda potrebbe però decidere di rimuovere l'impianto. La società ha anche spiegato di essere già al lavoro per risolvere il problema e modificare gli algoritmi.

Come funziona il chip impiantato nel cervello

Telepathy serve a controllare altri device esterni, come un computer o un arto robotico, solo con il pensiero. E infatti il dispositivo si basa sulla brain-computer interface (BCI), l’interfaccia cervello-computer che permette una comunicazione tra l’attività cerebrale e un qualsiasi altro device esterno.“Permettere di controllare il tuo smartphone o computer e, attraverso questi, quasi ogni altro device con il solo pensiero” aveva spiegato Musk.

Il chip viene installato dietro l'orecchio e inserito chirurgicamente nel cervello da un robot sviluppato sempre da Neuralink. Come spiega l'azienda: “L’impianto registra l’attività neurale attraverso 1.024 elettrodi distribuiti su 64 filamenti. Questi filamenti altamente flessibili e ultrasottili sono fondamentali per ridurre al minimo i danni durante l’impianto e nel tempo.”

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