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Alluvione Emilia Romagna 2023

Colorazioni anomale delle acque in Emilia Romagna dopo l’alluvione: quintali di pesci morti

L’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna il 18 maggio continua ad avere conseguenze devastanti sulla fauna selvatica e sull’ambiente. Sono state recuperate decine di quintali di carcasse di pesci morti, mentre le acque di alcuni canali hanno assunto una colorazione anomala. Una grande chiazza nera e nauseabonda ha raggiunto il mare nel ravennate.
A cura di Andrea Centini
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Credit: ARPAE
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La devastante alluvione che ha colpito l'Emilia Romagna a metà maggio continua ad avere conseguenze significative sulla fauna selvatica e sulla potenziale salubrità dell'acqua. Colorazioni anomale sono state registrate negli ultimi giorni in alcuni corsi d'acqua della provincia di Ravenna, associate a significative morie di pesci. Si parla di decine e decine di tonnellate di animali morti già raccolte attraverso reti e panne, per impedire che le carcasse potessero arrivare fino al mare causando problemi ambientali anche lì. Come indicato in un comunicato stampa dall'ARPAE (Agenzia Prevenzione Ambiente Energia Emilia-Romagna) sono trovati morti sia pesci d'acqua dolce che di acqua marina: fra essi carpe, cefali, carassi, anguille e siluri (di quest'ultima specie è stato recentemente catturato l'esemplare più grande al mondo nel fiume Po). I tratti interessati sono prossimi alla foce ed è normale che siano coinvolte specie di entrambi i “mondi”, adattatesi all'acqua salmastra. Ma le acque scure, sporche e nauseabonde dell'alluvione sono giunte fino al mare, creando una gigantesca macchia nera innanzi a Casal Borsetti, dove vige il divieto di balneazione.

Gli eventi riscontrati dai tecnici dell'ARPAE sono di due tipi. Il primo, evidenziato nel canale Zaniolo, nel comune di Conselice (tra i più colpiti dall'alluvione del 18 maggio), è caratterizzato da acqua di un colore rosato – rossastro. Dalle prime analisi è emersa “la presenza di solfobatteri purpurei e di alghe unicellulari del genere Euglena, organismi che in determinate condizioni possono determinare una colorazione rossa delle acque e che proliferano in condizioni di elevato carico organico e di scarsità di ossigeno”. L'ipossia, cioè la carenza di ossigeno, è un fenomeno noto che può innescarsi quando c'è una concentrazione significativa di biomassa in decomposizione – succede ad esempio dopo le esplosioni algali – e quando le acque sono cariche di nitrati e altri composti organici. Sono condizioni caratteristiche delle famigerate “Zone Morte”, come quella nel Golfo del Messico, allo sbocco dell'inquinatissimo fiume Mississippi. Sia la carenza di ossigeno che l'elevato carico organico sono stati riscontrati nelle acque del canale Zaniolo, che “costituisce il primo tratto del canale Destra Reno”, come spiegato dall'ARPAE. Si attendono i risultati approfonditi delle analisi per comprendere cosa sia effettivamente successo in questo canale. L'agenzia, infatti, spiega che la proliferazione degli organismi rilevati non è comunque un fenomeno “inedito”, dato che “si può verificare occasionalmente nei corsi d’acqua, solitamente in estate, in condizioni di forte irraggiamento solare”. emi

Più preoccupante la situazione riscontrata nei giorni scorsi nel canale Mandriole, dove è stata registrata una desolante moria di pesci. “Il canale Mandriole si inserisce nel canale Destra Reno, dal quale sono risalite le acque scure provenienti dall’area alluvionata di Conselice”, spiega l'ARPAE. Quando avvengono le alluvioni le acque reflue, le sostanze chimiche utilizzate per irrorare i campi e fluidi di ogni tipo possono essere trascinate a chilometri e chilometri di distanza, finendo in corsi d'acqua sotto forma di grandi macchie scure che seminano la morte tra la fauna selvatica.

Come spiegato dal Resto del Carlino, sono stati trovati ben 50 quintali di pesci morti dai tecnici del Consorzio di bonifica, che li hanno recuperati nell'acqua stagnante, di colore nero e dall'odore insopportabile. Molti animali si erano rifugiati in questo canale perché l'acqua era ancora ossigenata, ma alla fine le acque scure alluvionali sono risalite e li hanno condonnati a morte. “I tecnici Arpae hanno riscontrato una colorazione scura delle acque, con cattivo odore, e hanno verificato la pressoché totale assenza di ossigeno, che ha causato la moria dei pesci”, ha specificato l'agenzia.

Credit: ARPAE
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Per determinare nel dettaglio le conseguenze ambientali dell'alluvione dovranno essere condotti ulteriori sopralluoghi e analisi, ma è chiaro che molti animali stiano morendo in conseguenza del disastro del 18 maggio. Come indicato, le acque nere alluvionali sono arrivate fino al mare e non si possono escludere conseguenze sulle specie e sull'ecosistema costiero. La balneazione nell'area interessata di Casalborsetti è stata interdetta. Dall'inizio di giugno in molti altri punti della provincia ravennate i divieti sono stati rimossi.

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