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Chi vive la natura ha meno probabilità di prendere farmaci: è benefica per la mente e il corpo

Uno studio finlandese ha dimostrato che le persone che fanno regolari passeggiate nella natura hanno una probabilità ridotta di assumere farmaci, per condizioni mentali e fisiche.
A cura di Andrea Centini
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Trascorrere del tempo in mezzo alla natura è associato a una riduzione dei farmaci prescritti dal proprio medico. In altri termini, chi ama passeggiare nel verde (o vicino al mare o a un lago) ha meno probabilità di assumere farmaci rispetto a chi non gode degli spazi naturali. Il dettaglio interessante della nuova ricerca risiede nel fatto che i benefici non riguardano solo i medicinali contro ansia, depressione e altri disturbi legati alla salute mentale, ma anche quelli per trattare asma, ipertensione e altre condizioni fisiche. Il verde, in pratica, fa benissimo all'anima – come evidenziato da molti studi – ma anche al corpo.

A condurre la nuova indagine è stato un team di ricerca finlandese guidato da scienziati del Finnish Institute for Health and Welfare, che hanno collaborato con i colleghi della Facoltà di Scienze Sociali (Psicologia) dell'Università di Tampere, dell'Istituto delle risorse naturali di Helsinki e del Dipartimento di Scienze Ambientali e Biologiche dell'Università della Finlandia Orientale. Gli scienziati, coordinati dai professori Anu Turunen e Jaana Halonen del Dipartimento per la sicurezza sanitaria dell'ateneo di Kuopio, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver coinvolto in uno studio ad hoc oltre 7mile residenti nella regione di Helsinki, tra la capitale, Espoo e Vantaa.

Ai partecipanti è stato chiesto innanzitutto se vedessero dalla finestra della propria casa (entro 1 chilometro) uno “spazio verde” – come un bosco, un parco o una foresta – o uno “spazio blu”, come il mare, un lago o un fiume. Successivamente è stato chiesto loro quanto tempo trascorrevano ad osservare questi ambienti e quanto tempo vi passassero attivamente, per passeggiate, trekking e simili. Infine è stato chiesto quali e quanti farmaci assumessero. Incrociando tutti i dati è emerso che andare a passeggiare nel bosco o lungo il mare / fiume tre o quattro volte alla settimana, rispetto a chi lo faceva una volta sola era associato a una riduzione del 33 percento delle probabilità di assumere farmaci per la salute mentale; del 36 percento per i farmaci contro l'ipertensione; e del 26 percento per quelli contro l'ansia. Per chi faceva queste attività almeno cinque volte alla settimana, la riduzione dell'assunzione di farmaci saliva al 55 percento per quelli destinati ad ansia e depressione; al 77 percento per quelli contro la pressione sanguigna elevata; e al 50 percento contro l'asma.

L'efficacia delle passeggiate contro l'assunzione di farmaci restava elevata anche tenendo conto di vari fattori confondenti; soltanto al crescere dell'indice di massa corporea (BMI – Body Mass Index) si determinava una riduzione della “protezione” degli spazi verdi e blu. È importante sottolineare che non basta osservare la natura, ma bisogna viverla con escursioni e passeggiate, per ottenere i benefici contro la prescrizione dei farmaci. È indubbio che le persone in salute sono sicuramente più motivate a trascorrere del tempo all'aria aperta, tuttavia sono ormai numerose le indagini che hanno trovato un'associazione positiva tra vita nel verde e salute (anche senza evidenziare direttamente rapporti di causa – effetto). Moltissime ricerche sono state condotte durante la pandemia di COVID-19, che com'è noto ha avuto un impatto drammatico sulla salute mentale soprattutto per i lockdown rigidi, che hanno tagliato i rapporti sociali e impedito anche di uscire in mezzo alla natura.

“Le frequenti visite agli spazi verdi, ma non la quantità di spazi residenziali verdi o blu, o le viste verdi e blu da casa, sono state associate a un uso meno frequente di farmaci psicotropi, antipertensivi e per l'asma negli ambienti urbani”, hanno concluso gli autori dello studio. I dettagli della ricerca “Cross-sectional associations of different types of nature exposure with psychotropic, antihypertensive and asthma medication” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Occupational & Environmental Medicine.

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