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Il senatore leghista che vuole riformare la scuola ha la terza media

Il presidente della commissione Cultura del Senato e responsabile Istruzione della Lega ammette: “Sono figlio della contestazione globale, erano tempi in cui ci si opponeva. Ho un padre insegnante e un fratello professore, quindi ho sempre respirato scuola. Non mi sono diplomato per ribellione”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il senatore leghista Mario Pittoni ha la licenza di terza media. È lo stesso parlamentare del Carroccio,  presidente della commissione Cultura del Senato e responsabile Istruzione della Lega, a confermarlo: "Sono figlio della contestazione globale, erano tempi in cui ci si opponeva. Ho un padre insegnante e un fratello professore, quindi ho sempre respirato scuola e per questo sono preparatissimo. Non mi sono diplomato per ribellione", ha riferito all'Espresso.

Il settimanale ha pubblicato il suo curriculum (compilato a penna), che è consultabile sul sito del comune di Udine, dove Pittoni è stato consigliere dal 2013 al 2018: giornalista pubblicista dal 1981, Pittoni ha lavorato nell'ufficio stampa di Edi Orioli, il campione della Parigi-Dakar, poi direttore della Bancarella, periodico di annunci economici, e responsabile a Udine del servizio clienti per alcuni marchi automobilistici. Fino a qualche mese fa non era restio a divulgare notizie circa il suo titolo di studio: "Non lo rivelo, il mondo della scuola è pronto a massacrarti per un pezzo di carta", asseriva. Oggi in un colloquio telefonico con l'Espresso sottolinea: "Sono preparatissimo".

Il suo partito però è lo stesso che pochi mesi fa attaccava la ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli perché non era ritenuta sufficientemente qualificata. Ora il senatore Pittoni dichiara: "Quello che c'è da sapere non si impara su polverosi libri". Il responsabile Istruzione del Carroccio è colui che è incaricato di smantellare la Buona Scuola renziana: in campagna elettorale Matteo Salvini parlava della possibilità di unificare del ciclo di studi di elementari e medie e del ritorno del "professore prevalente" che potrebbe appunto dedicarsi all'insegnamento delle materie principali; e ancora di riavvicinare i docenti al proprio territorio con concorsi su base regionale, ripristino del "valore educativo delle bocciature" e cancellazione della chiamata diretta"Stiamo lavorando per mantenere le promesse fatte e abbiamo già depositato due disegni di legge importanti che riguardano gli insegnanti", assicura il senatore.

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