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Il programma del Governo Monti: rigore di bilancio, crescita ed equità

Tra le misure previste dal programma presentato dal Governo Monti in Parlamento ci sono la riforma del sistema pensionistico, quella del lavoro e la reintroduzione dell’Ici sulla prima casa. Il Premier, però, ritiene fondamentale anche un taglio ai costi della politica e una maggiore lotta all’evasione fiscale.
A cura di Antonio Palma
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Tra le misure previste dal programma presentato dal Governo Monti in Parlamento ci sono la riforma del sistema pensionistico, quella del lavoro e la reintroduzione dell’Ici sulla prima casa. Il Premier, però, ritiene fondamentale anche un taglio ai costi della politica e una maggiore lotta all’evasione fiscale.

Monti ieri ha intascato il voto favorevole del Senato e fra qualche ora incasserà anche quello della Camera. Dopodiché la strada che si apre davanti al nuovo Esecutivo è in salita, con una serie di difficili riforme da costruire e far accettare in primis al Parlamento e poi ai cittadini. Un lavoro necessario che l’Italia deve fare per ritornare ad occupare un posto di primo piano nell’economia europea e mondiale, e per risollevarsi dal ruolo a cui è stata relegata in questi mesi sotto la spinta di una forte crisi economica.

La ricetta di Monti e del suo Governo, illustrata ieri al Senato, è complessa come la situazione in cui è il nostro Paese. Un programma che investe tutte le problematiche sorte in questi mesi ed alcune misure concrete per porvi rimedio. L’obiettivo finale ha ricordato Monti è “la riduzione graduale del rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo”, una definizione che racchiude due macro interventi, quello della riduzione dell’enorme debito pubblico accumulato negli anni e al contempo l’aumento della crescita economica del Paese. Vale a dire senza l’aumento della ricchezza non c’e alcun intervento di riduzione dei costi che tenga, al contrario ciò creerebbe una situazione di riduzione dei consumi e un’inflazione galoppante.

E’ questo, dunque, il duplice scopo delle riforme messe in cantiere dal Governo Monti e che saranno basate su tre pilastri fondamentali, rigore di bilancio, crescita ed equità. Le parole chiave usate da Monti non sono casuali, il Senatore a vita le ha ripetute più volte nel corso dei suoi colloqui prima del giuramento e rivestono un ruolo di sintesi tra le diverse richieste dei partiti che lo dovranno appoggiare in Parlamento. Il programma di Monti ha due obiettivi temporali diversi: uno sul breve periodo, per affrontare le emergenze e ridare la fiducia ai mercati attraverso la sostenibilità della finanza pubblica e della crescita economica, e un altro di lungo respiro, per mettere in piedi strutture economiche e sociali in grado di dare maggiori opportunità alle imprese e ai cittadini.

Sulle misure concrete, come ovvio che fosse, Monti ha rimandato alle Commissioni parlamentari in cui i Ministri esporranno le azioni che intendono intraprendere su specifiche questioni, senza però rinunciare a dare le prime indicazioni di massima sui possibili interventi. Prima di tutto il nuovo Governo si è impegnato a dare piena attuazione alle riforme varate dal precedente Esecutivo in estate, tra cui l’introduzione del vincolo di pareggio di bilancio nella Costituzione, come promesso nella lettera di impegni all’unione Europea, e la riforma del sistema fiscale ed assistenziale.

Riforma del Sistema Pensionistico – Monti ha ricordato che, dopo le riforme degli ultimi anni, il nostro sistema pensionistico ètra i più sostenibili in Europa, ma è ancora fortemente caratterizzato da “forti disparità di trattamento fra diverse generazioni e categorie di lavoratori” che, dunque, dovranno essere colmate con una riforma del sistema previdenziale. Allo studio della neo Ministro del Welfare, Elsa Fornero, l’introduzione di un’età flessibile di pensionamento che dia maggiori vantaggi a chi decide di rimanere al lavoro più a lungo.

Mercato del Lavoro – Come per le pensioni, Monti ha ricordato l’elevata disuguaglianza del nostro sistema lavorativo dove “alcuni sono fin troppo tutelati mentre altri sono totalmente privi di tutele e assicurazioni”. Con il consenso delle Parti sociali, dunque, il Governo conta di dare via ad una riforma di tutto il sistema del mercato del lavoro rivolta ai nuovi rapporti di lavoro, senza toccare quelli già in corso, per creare una disciplina universale di contrattazione. Il Governo punta allo spostamento della contrattazione collettiva verso i luoghi di lavoro, così come chiesto da Confindustria e già si sta facendo dopo l’accordo con Cisl e Uil. Ma allo stesso tempo è in previsione anche una riforma degli ammortizzatori sociali, verso una maggiore garanzia dei lavoratori che oggi sono privi di copertura dai rischi derivanti dalla perdita del posto di lavoro. Un occhio di riguardo andrà all’inserimento lavorativo delle donne, anche per favorire la conciliazione con la vita familiare, attraverso una tassazione preferenziale, e ai giovani per eliminare ogni vincolo e valorizzare le capacità individuali di ognuno.

Ici e tasse sulla proprietà – L'esenzione dall'ICI delle abitazioni principali è per Monti “un’anomalia tutta italiana”, lasciando intendere una futura reintroduzione dell’imposta che va a collocarsi in una riforma volta ad aumentare il peso del prelievo fiscale sui beni immobiliari. L’Ici potrebbe essere reintrodotta con la nuova imposta unica municipale Imu, già prevista da un precedente decreto legislativo, ma anticipandola al 2012. Le nuove imposte su consumi e proprietà andrebbero a sostenere una graduale riduzione della pressione fiscale sul lavoro e le attività produttive, favorendo la crescita economica.

Politiche microeconomiche per la crescita – Monti le ha definite un carattere distintivo del suo Governo e riguardano tutte quelle riforme che andranno ad influenzare la crescita e il contenimento dei costi dello Stato. Tra le altre cose in agenda una riforma degli ordini professionali, anche attraverso modifiche delle tariffe minime, un rafforzamento dell'Autorità garante della concorrenza, una riduzione dei tempi della giustizia civile, l'accrescimento dei livelli di istruzione della forza lavoro e la valorizzazione degli insegnanti attraverso incentivi.

Costi della Politica e dello Stato – Monti ha specificato che a dare il buon esempio dovranno essere tutti gli amministratori pubblici, che dovranno ridurre tutti i costi di gestione e ha promesso di iniziare proprio dal Fondo unico della Presidenza del Consiglio avviando una spending review. In programma una rimodulazione delle spese attraverso leggi ordinarie per gli enti locali di minori dimensioni, che dovranno accorpare servizi e razionalizzare la spesa. L’abolizione definitiva delle Province sarà poi attuata attraverso i necessari processi di modifica Costituzionale. Per abbattere i costi della Pubblica Amministrazione previste valorizzazioni e dismissioni del patrimonio pubblico, ma anche l'accorpamento degli enti della previdenza pubblica, il coordinamento delle attività delle forze dell'ordine e la riorganizzazione dell’attività giudiziaria.

Inoltre, il Presidente del Consiglio ritiene fondamentale la lotta all’illegalità e all’evasione fiscale che rappresenta circa un quinto del nostro Pil. Si punterà anche al monitoraggio della ricchezza accumulata e non solo dei redditi prodotti e si incentiverà l’uso della moneta elettronica per diminuire l’uso del contante. Certamente tutti risultati difficili da ottenere nel breve periodo a disposizione, ma quello che alla fine Monti conta di fare con i suoi Ministri è di “mettere a punto gli strumenti che permettano ai Governi che succederanno di proseguire un processo di cambiamento duraturo”.

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