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Le consultazioni per il nuovo governo

Il premier Giuseppe Conte si muove in taxi (seguito da due macchine di scorta)

Come nel caso del presidente Fico, il premier incaricato Conte preferisce non usufruire della macchina di servizio cui ha diritto e si muove in taxi. Conte, però, in virtù del protocollo di sicurezza, non può in alcun modo rinunciare alla scorta assegnatagli e dunque le macchine di servizio sono costrette a seguire in giro per Roma il taxi su cui viaggia il presidente del Consiglio incaricato da Sergio Mattarella, una complicazione non da poco per gli agenti che hanno in custodia il futuro premier.
A cura di Charlotte Matteini
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Esattamente come il presidente della Camera Roberto Fico, anche il premier incaricato Giuseppe Conte non ama muoversi con le auto di servizio cui ha diritto per effetto dell'incarico e preferisce usufruire del taxi. Arrivato al Quirinale in taxi per le consultazioni con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il professor Giuseppe Conte ha continuato a muoversi con l'auto pubblica per tutto il tempo delle consultazioni. Di per sè questa non sarebbe una notizia, non non fosse per il semplice fatto che, come nel caso del presidente Fico, Conte non possa in alcun modo rinunciare alla scorta assegnatagli in virtù del proprio incarico e dunque le macchine di servizio sono costrette a seguire in giro per Roma il taxi su cui viaggia il presidente del Consiglio incaricato da Sergio Mattarella, una complicazione non da poco per gli agenti che hanno in custodia il futuro premier.

Il protocollo per le alte cariche dello Stato, come anticipato, prevede infatti l'assegnazione di una scorta d'ufficio, scorta che è tenuta a seguire i movimenti di queste personalità per questioni di sicurezza nazionale. Avvalendosi del taxi, o dei mezzi pubblici come nel caso di Fico, di fatto si complica il lavoro agli agenti incaricati, che devono affrontare problematiche di tipo organizzativo. Il protocollo che prevede l'assegnazione della scorta non è infatti una delle cosiddette "prerogative" della Casta dei Palazzi, ma ha una sua evidente ragion d'essere: proteggere le alte cariche dello Stato da possibili tentativi di attacco e dall'altro lato l'incolumità dei cittadini che si trovano a sostare nelle vicinanze di personalità sensibili e che potrebbero dunque finire nel mirino di un eventuale attentato, per fare un esempio banale.

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