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Il governo vuole tassare le bibite gassate e zuccherate

L’ipotesi: una tassa di scopo per 3 anni che farebbe incamerare allo Stato circa 250 milioni di euro ogni anno. No dei consumatori: “Balzello ingiustificato”
A cura di Redazione
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L'ipotesi circolava già prima dell'estate ma ora, nel primo Consiglio dei ministri dopo la pausa agostana ha preso corpo ed è diventata una possibilità ben più concreta, la tassa di scopo su bibite gassate e con una determinata percentuale di zuccheri. Insomma, le classiche Coca Cola, Pepsi, Sprite, Aranciata, gazzose e chi più ne ha, ne metta, potrebbero presto avere un balzello in più incluso nel costo, un poco come accade già con i carburanti.
Si tratterebbe – spiegano indiscrezioni – di una tassa a tempo: tre anni, con una possibilità di incamerare circa 250 milioni l'anno.

I consumatori bocciano con durezza l'ipotesi: "Si tratta di una ‘tassa ipocrita' – spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi -. Con la scusa della corretta alimentazione e dello scopo sanitario, il Governo vuole mettere le mani nelle tasche dei cittadini, aumentando il costo delle bibite gassate. Se davvero il Governo ci tiene a diffondere uno stile di vita sano e una corretta alimentazione, dovrebbe aumentare l'informazione specie attraverso campagne dirette ai giovani".

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