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I giovani potranno riscattare la laurea gratuitamente

La proposta è stata avanzata dal sottosegretario all’Economia Baretta e trova d’accordo i sindacati. I giovani potrebbero dunque avere la possibilità di riscattare gli anni universitari gratuitamente, aumentando la propria copertura contributiva continuativa.
A cura di C. M.
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Il riscatto degli anni di laurea potrebbe diventare gratuito. I sindacati sono già in trattativa da molto tempo e l'ipotesi, avanzata nel maggio dello scorso anno, ora potrebbe definitivamente concretizzarsi. "La mia proposta è quella di fiscalizzare il periodo contributivo legato agli studi universitari", ha spiegato il sottosegretario all'Economia Baretta, proponendo sostanzialmente di far valere gli anni universitari a fini pensionistici, soprattutto per quanto riguarda i giovani, senza però richiedere il corrispettivo, che è sempre stato decisamente oneroso e ha sempre disincentivato i contribuenti a concludere l'operazione.  L'obiettivo di Baretta è dare una pensione ai giovani, assicurargli "una continuità contributiva", visto che i loro percorsi professionali sono costellati da "buchi" causa disoccupazione e crisi economica. Con questa misura, quindi, da un lato i giovani potrebbero trovarsi ad accumulare qualche anno contributivo senza interruzioni e dall'altro le nuove generazioni potrebbero essere incentivate a laurearsi. La proposta sembra riguarderà però chi al momento dell'entrata in vigore risulterà essere studente e la contribuzione figurativa sarà legata al conseguimento obbligatorio della laurea.

I sindacati hanno accolto positivamente la proposta: "Da tempo la Uil propone di rendere gratuito il riscatto della laurea. Per questo concordiamo con quanto affermato dal sottosegretario Baretta", ha commentato il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti. La proposta ora deve essere definita nel tavolo di confronto tra Governo e sindacati e serve "un'idea complessiva, capace di valorizzare i periodi di disoccupazione, bassi salari legati a contratti precari e assenza dal lavoro, in particolare delle donne, per ragioni di cura di figli piccoli o di anziani", sostiene il sindacalista Ghiselli.

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