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I 234 migranti a bordo della Lifeline potrebbero sbarcare a Malta (ma La Valletta non conferma)

La nave Lifeline con a bordo 234 migranti potrebbe sbarcare a Malta. Ad annunciarlo è stato il portavoce del governo francese questa mattina. Malta, però, ha fatto sapere di non aver ancora preso alcuna decisione in merito e nel frattempo la nave rimane in balia del maltempo in mezzo al Mar Mediterraneo.
A cura di Charlotte Matteini
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L'odissea della nave tedesca Lifeline potrebbe finire a Malta. Dopo giorni di tira e molla e dopo aver inoltrato una richiesta di approdo alla Francia, il portavoce del governo francese Benjamin Griveaux ha dichiarato: "Ora sembra emergere una soluzione europea con un possibile sbarco a Malta". Griveaux ha inoltre spiegato che lo sbarco sarebbe autorizzato da Malta perché frutto di un accordo tra il presidente Macron e il premier maltese Joseph Muscat. Così, la Lifeline che da giorni staziona con a bordo 234 migranti in mezzo al mar Mediterraneo, a circa 25 miglia da Malta, potrebbe dunque approdare a breve in un porto sicuro. Al momento, però, La Valletta non ha né smentito né confermato le parole del portavoce francese, sottolineando di non aver preso alcuna decisione in merito.

Nessun passo indietro, invece, da parte del ministro dell'Interno Matteo Salvini, il quale ha più volte dichiarato che nessun porto italiano sarà a disposizione di alcuna nave appartenente alle organizzazioni non governative e ha imposto a Malta di aprire i propri punti di approdo: "L’imbarcazione si trova nelle loro acque, siano loro ad aprire i porti a questa nave fuorilegge". La scorsa settimana, inoltre, Salvini aveva dichiarato che qualora la Lifeline avesse deciso di approdare in Italia, la nave sarebbe stata sequestrata e l'equipaggio arrestato.

Per quanto riguarda l'accoglimento delle richieste di soccorso inoltrate alla Guardia Costiera italiana dalle navi delle Ong, il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ha spiegato: "La Guardia Costiera opera in autonomia tecnico giuridica e non devo essere io a dire di rispondere oppure no alle richieste di salvataggi ma secondo noi, in continuità con il governo precedente che ha giustamente rafforzato la guardia costiera libica, se uno dei gommoni ci chiama ma è in zona libica rispondiamo che non possiamo intervenire perché è in un’area a responsabilità giuridica non nostra". 

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