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Giù le mani da Giulia Sarti e fate politica, se ne siete capaci

Il tema del giorno in una politica vuota e quasi inutile non può che diventare il presunto materiale hot di una giovane deputata come Giulia Sarti, che all’improvviso si ritrova in mezzo alla bufera non per un atto compiuto nella sua funzione pubblica ma per ciò che decide liberamente di fare nella propria vita privata. Un primo caso di revenge porn parlamentare che ci fa capire bene quanto sia importante che una legge venga fatta il prima possibile.
A cura di Giulio Cavalli
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La vicenda ormai la conoscono tutti, o quasi, perché è una di quelle storie dove c'è di mezzo una donna, le sue nudità e la pruriginosità di una donna spiata nella propria intimità. Girano sulle chat dei giornalisti e cominciano a farsi vedere anche su certi forum: le foto di Giulia Sarti occupano il dibattito politico e solo questo basterebbe per dare l'ordine di misura di politici e commentatori che si danno di gomito come degli insulsi avventori da bar prima della prossima birra.

Eppure quello che sta succedendo a Giulia Sarti (e, badate bene, succede ogni giorno, in giro per il Paese, a molte giovanissime donne) è il primo caso di revenge porn all'interno del Parlamento e forse potrebbe essere l'occasione per accelerare il passo al disegno di legge che giace in commissione e che invece avrebbe bisogno di vedere la luce per mettere la legislazione al passo di questi tempi dove tutto può essere facilmente filmato, fotografato, condiviso e diffuso.

E intanto, ovviamente, la politica va a farsi fottere. Per questo dovete tirare giù le vostre sudicie mani da Giulia Sarti e occuparvi della parte politica, che non ha niente a che vedere con i suoi capezzoli ma riguarda alcuni bonifici che bisognerebbe sapere che fine hanno fatto per capire chi ha mentito, quando e con chi. Questo è il dato politico su cui dovrebbero fissarsi quei cronisti che invece si eccitano come scoiattoli, come se non avessero mai visto una donna in vita loro.

Entrare in camera da letto di Giulia Sarti e pensare, per questo, in qualche senso di possederla o renderla ricattabile è la versione 2.0 dei peggiori ricatti della Prima Repubblica dove l'avversario aveva bisogno di essere punito sui suoi vizi privati per non doverlo affrontare dal punto di vista politico.

Perché, diciamolo, che la Sarti non abbia bonificato quanto dovuto in realtà è un problema del Movimento 5 Stelle, e sono loro che dovrebbero spiegarci come sia stato possibile che così tanti deputati siano sfuggiti ai controlli di quel partito che al grido di "onestà onestà" è finito per diventare un covo di furbi e di serpi pronti a qualsiasi mossa pur di guadagnare un po' di terreno rispetto agli avversari interni. Questa è la politica. Oppure qualcuno ci dica che la Sarti ha sbagliato a innamorarsi dell'uomo sbagliato (la Procura non sembra essere d'accordo), oppure Casalino ci spieghi se e perché ha consigliato alla Sarti di comportarsi in un certo modo. Anzi, a ben vedere, il fatto politico in sé è già abbastanza irrilevante o comunque poco interessante se non ci fosse il mito dei video di Giulia Sarti a gonfiare l'immaginario che ciondola in mezzo alle gambe dei nostri disonorevoli parlamentari e dei nostri squallidi commentatori.

Si fa un gran parlare di rispetto per le donne. Ecco, spegnete questa gogna. In fretta. Giù con quelle sudicie mani.

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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