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Giappone, crisi nucleare: l’UE esorta ai controlli sul cibo importato

L’Unione europea ha allertato i 27 Stati membri raccomandando controlli dei livelli di radioattività su tutti i prodotti alimentari destinati all’uomo e agli animali.
A cura di Biagio Chiariello
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L'UE ha esortato i paesi a verificare le importazioni di alimenti giapponesi a causa dell'alto rischio di emissione di radiazioni, a seguito della crisi nucleare rappresentata in particolare dall'impianto di Fukushima, ormai fuori controllo. Il consiglio dei consumatori richiede ai 27 paesi membri dell'Unione Europea di analizzare i livelli di radioattività su tutti i prodotti alimentari destinati all’uomo e agli animali. "L'esortazione è stata diffusa dal Sistema di allerta rapida per gli alimenti e il nutrimento animale" ha spiegato Frédéric Vincent, portavoce del commissario europeo alla Salute ed alla protezione dei consumatori, John Dalli.

Gli esami saranno effettuati a campione e in Italia il ministero della Salute ha già dato il via alle procedure. "L'Ue ha consumato nel 2010 9mila tonnellate di frutta e verdura provenienti dal Giappone. Mentre il flusso di prodotti ittici è assai limitato" ha precisato Vincent. Ha poi aggiunto che il valore complessivo delle importazioni dal Giappone in Europa ammonta è di "appena 65 milioni di euro", e in tal senso l’Italia occupa uno dei livelli più bassi. Primi clienti sono, invece, Germania, Olanda, Regno Unito, Belgio e Francia.

Intanto pare smentita la voce del blocco totale delle importazioni, data dal ministro della Salute Ferruccio Fazio nel corso del programma TV "Porta a Porta" di martedì sera. Una mossa valutata dalla Coldiretti 13 milioni di euro (l’ammontare dei prodotti agroalimentari importati nel 2010). ‘‘Non c'è lo stop all'importazione del cibo giapponese, solo un maggiore controllo delle partite che arrivano per nave e per aereo," dice a Repubblica lo stesso Fazio. La sospensioni degli import, chiarisce, dureranno "uno, al massimo due giorni", "il tempo dei test". Invita, dunque, gli italiani a stare tranquilli: "Le misure restrittive sono relative a prodotti di origine animale in particolare il pesce pescato, come crostacei congelati, preparati, farine e caviale, e a prodotti di origine vegetale come ad esempio salsa di soia, tè verde, e alghe".

I test, come stabilito dal decreto firmato dal sottosegretario alla salute Francesca Martini, saranno effettuati su gli alimenti importanti dal Giappone a partire dal 11 marzo, giorno del devastante terremoto di magnitudo 8.9, col conseguente tsunami.

L'Ue, che giorni fa aveva definito "l'apocalisse" la tragedia di Fukushima,  non è stata l'unica a spingere ai controlli sull'import. Direttive simili sono state adottate in Corea del Sud, Hong Kong, Singapore, Sri Lanka, Filippine e Australia, nazioni che rispetto al Vecchio Continente importano dal Giappone prodotti anche freschi.

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