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G7 a Taormina: accordo su terrorismo e migranti, ma è scontro sul clima

Il vertice di Taormina, che vede ospiti i sette capi di Stato e di governo dei Paesi più ricchi e importanti al Mondo, è ufficialmente cominciato. In apertura il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha chiesto “risultati” ai leader intervenuti al summit, mentre il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk ha ribadito che “questo sarà il vertice più difficile degli ultimi anni” a causa delle molteplici divergenze d’opinione tra i vari leader su vari temi.
A cura di Charlotte Matteini
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Il G7 di Taormina, la due giorni che vede partecipare i capi di Stato e di governo dei sette Paesi più ricchi e industrializzati del Mondo, è formalmente iniziato. Organizzato dall'Italia nella località siciliana in provincia di Messina il 26 e 27 maggio 2017, nel corso dell'evento i leader dei sette Stati si occuperanno di discutere e trattare varie tematiche, su tutte quella relativa alla lotta al terrorismo, che vede impegnati numerosi Paesi del Mondo. I partecipanti al G7 di Taormina sono il presidente italiano Paolo Gentiloni, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, il primo ministro canadese Justin Trudeau e quello giapponese Shinzo Abe, la cancelliera tedesca Angela Merkel, la premier britannica Theresa May, il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron e il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk in rappresentanza della Ue.

Aprendo il G7, il presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni ha dichiarato: "Chiediamo risultati. Non sarà un confronto semplice ma lo spirito di Taormina ci può aiutare nella direzione giusta". A stretto giro è intervenuto anche il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, che ha chiesto ai partecipanti la massima unità rispetto ai temi globali che i Paesi si troveranno ad affrontare non solo nel corso della due giorni, ma nei mesi e negli anni a venire: "È necessaria la piena unità fra i leader su vari temi, dalla migrazione all'Ucraina e questo sarà il summit più difficile degli ultimi anni. Non è un segreto che i leader che si riuniscono qui hanno qualche volta posizioni molto diverse, ma il nostro ruolo è di fare di tutto per mantenere l'unità su tutti i fronti", ha sottolineato Tusk.

Per quanto riguarda il commercio tra gli Stati e gli accordi sul clima, la posizione degli Stati Uniti d'America guidata da Donald Trump appare molto chiara: "Il commercio sarà un grande tema e continueremo a difendere ciò che riteniamo sia giusto, ossia un commercio libero, aperto e equo", ha spiegato il consigliere economico della Casa Bianca, Gary Cohn, sottolineando che per commercio aperto gli Usa intendono rapporti di reciprocità commerciali. "Ti trattiamo nel modo in cui ci tratti, se non hai barriere al commercio e se non hai dazi anche noi non avremo dazi. Se avete dei dazi, dovremo avere dei dazi. L'obiettivo non è quello di creare dei dazi negli Usa. Il nostro obiettivo è ottenere che i paesi che limitano le nostre merci abbassino i loro dazi ai livelli dei nostri. Vogliamo livellare il campo di gioco e fare si che tutti possano competere in un campo di giorno con regole uniformi", ha proseguito Cohn.

COREA DEL NORD – I leader mondiali hanno anche affrontato, per ora a livello informale, la minaccia nordcoreana e Donald Trump si è detto preoccupato ma dal problema, ma comunque ottimista: "Ci sarà una particolare attenzione al problema della Corea del Nord anche perché è un grosso problema ed è un problema mondiale. Questo problema, però, sarà risolto ad un certo punto. Sarà risolto, ci potete scommettere".

FLUSSI MIGRATORI  – Per quanto riguarda la gestione dei flussi migratori, la bozza di accordo anticipata dall'agenzia Dpa ammette il diritto sovrano di decidere come operare la chiusura dei confini da parte degli Stati: "Pur sostenendo i diritti umani dei migranti e rifugiati, riaffermiamo i diritti sovrani degli Stati di controllare i loro confini e fissare chiari limiti ai livelli netti di immigrazione, come elementi chiave della loro sicurezza nazionale e del loro benessere economico".

CLIMA – Molto acceso il dibattito sul clima, tanto che la discussione è stata poi sospesa. Sul destino dell'accordo di Parigi tra i leader del G7 non c'è ancora una posizione comune per il comunicato finale e Donald Trump come già annunciato è restio a cedere. Come riferiscono fonti dell'amministrazione canadese, il tema sarebbe ancora "irrisolto". Trump dovrà annunciare la sua decisione ufficiale sull'accordo del 2015, da cui vorrebbe ritirarsi, proprio al rientro negli Usa. Trump ha più volte dichiarato di ritenere pericolosi per l'economia statunitense gli accordi di Parigi e gli Usa sono orientati a trovare una soluzione che possa soddisfare entrambe le posizioni: "Trump vuole fare la cosa giusta ma si preoccupa anche di creare posti di lavoro negli Usa e vuole ascoltare quello che i partner europei e gli altri partecipanti del G7 hanno da dire sul dossier clima. È giunto il momento per Trump di avere una discussione profonda e di capire i loro problemi ma soprattutto per gli altri partecipanti del G7 di capire anche i nostri problemi", ha riferito il consigliere economico della Casa Bianca, sottolineando che tra gli obiettivi dell'amministrazione "c'è quello di far crescere nuovamente ancora l'economia statunitense, dare posti di lavoro migliori ai lavoratori americani e far cresce la classe media. Dobbiamo liberarci da una regolamentazione che ostacola la crescita, migliorare il sistema fiscale, migliorare le nostre infrastrutture".Per il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker "l'accordo di Parigi è da applicare interamente", chiudendo sostanzialmente a una eventuale rimodulazione.

TERRORISMO – Per quanto riguarda la lotta al terrorismo, i sette leader hanno firmato una dichiarazione congiunta, trovando una sintesi delle varie posizioni senza grandi divergenze. "È anche un forte messaggio di solidarietà all'Uk dopo l'attentato di Manchester", ha detto Gentiloni. "Credo sia importante dimostrare questa determinazione di tutti i paesi per combattere il terrore e tutelare i nostri cittadini".

UCRAINA E SIRIA – "L'Unione europea si attende che il G7 mostri unità sull'Ucraina e che le sanzioni contro la Russia, per le sue responsabilità nella crisi del Paese, siano confermate fino alla completa applicazione degli accordi di Minsk. Per quanto riguarda invece la Siria, la fine delle brutalità deve essere l'obiettivo della comunità internazionale. Necessario sia un coinvolgimento della Russia che bloccare l'uso delle armi chimiche", ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk.

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