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Flavia Mastrella: artista e creatrice di “habitat” per Antonio Rezza

Flavia Mastrella racconta l’evoluzione del suo originalissimo percorso tra teatro, cinema e arte contemporanea.
A cura di Simone Petrella
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Flavia Mastrella è la creatrice dello spazio in cui si muove, durante le sue performance, Antonio Rezza. Il rapporto tra i due artisti, lungo ormai più di un ventennio, si è progressivamente trasformato in una sorta di simbiosi in cui ognuno è necessario all'altro; il metodo di lavoro comune è scandito da tappe precise attraverso cui i loro progetti vedono lentamente la luce.

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Flavia è anche un'artista indipendente, cura mostre personali che lei stessa dichiara "selvagge" perchè quasi mai allestite nelle gallerie d'arte, ai cui metodi selettivi non crede tanto. Un interessante lavoro che porta avanti, ad esempio, è la raccolta di giocattoli e oggetti trovati sulla spiaggia che poi, assemblati insieme, si trasformano in piccole sculture attraverso cui l'artista indaga l'esistenza umana e il rapporto dell'uomo con ciò che lo circonda, creando immagini surreali e interpretabili.

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Nel lavoro con Antonio, invece, Flavia interviene in un secondo momento, quando esiste già un'idea – anche se molto vaga – dello spettacolo. A questo punto Flavia progetta lo spazio – frutto di lunghe ricerche formali – e consegna il lavoro ad Antonio che indaga l'allestimento anche per un anno, agendo sulle potenzialità dei materiali e delle forme scelte fino a che lo spettacolo non è pronto per andare in scena. Le ispirazioni di Flavia si trovano tutte nell'arte contemporanea, un percorso che negli anni si è mosso da evidenti ascendenze medioevali e futuriste  – con la creazione di scenografie indossabili che ribaltavano precisamente l'idea di maschera – fino alle ultime forti influenze di Fausto Melotti, il tutto avendo sempre presente il movimento Fluxus, influenza giovanile che Flavia porta ancora con sé e che l'ha spinta, nei primi tempi, a non firmare le proprie opere in favore di un lavoro collettivo.

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Antonio Rezza e Flavia Mastrella concordano nel non definire le proprie opere "teatro", ma qualcosa di più vicino ala performance, all'arte contemporanea; le installazioni di Flavia per lo stesso motivo non vengono considerate scenografia e l'ultimo termine che hanno scelto per definire l'opera dell'artista è "habitat". Un habitat in cui Antonio si muove, vive, agisce. Nello spettacolo che stanno portando in giro in questo momento, "frattoX", il lavoro di Flavia è straordinario; un impianto scenico fatto di tessuto assume a tratti la monumentalità di un'opera scultorea per poi ripiegarsi su se stesso e dare ad Antonio la possibilità di sconfinate trasformazioni: diventa costume, spazio,  casa. L'impatto visivo ha una forza anche superiore a quella degli spettacoli precedenti e il pubblico assiste senza un attimo di respiro ad un'evolversi delle forme sempre ambiguo ma allo stesso tempo chiarissimo, entusiasmante.

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