False cure per Sla e leucemia, Andolina arrestato: nuovo caso Stamina?

Associazione a delinquere finalizzata alla truffa e somministrazione di farmaci potenzialmente pericolosi. Con questa accusa è finito agli arresti domiciliari Marino Andolina, vicepresidente di ‘Stamina Foundation’, su disposizione della Procura di Brescia, al termine di un’ampia inchiesta dislocata su tre province italiane: oltre Brescia, anche Trieste e Milano. La stessa misura cautelare è stata disposta nei confronti di un no anche un medico bresciano e tre persone estranee al mondo della medicina: due bresciani e un milanese di Rho. Andolina è già stato processato a Torino per il caso Stamina, e ha patteggiato una pena a un anno e nove mesi con il beneficio della condizionale, così come Davide Vannoni, fondatore della “Stamina foundation” e promotore della discussa cura a base di cellule staminali.

Accuse simili a quelle del caso Stamina

Secondo gli inquirenti, le nuove accuse alle quali Andolina e gli altri medici devono rispondere sono in qualche modo simili a quelle che lo hanno costretto al patteggiamento. Come riporta Il Piccolo, l’ipotesi è Andolina facesse parte di un’organizzazione che somministrava, dietro pagamento di notevoli somme di denaro, una presunta "terapia innovativa" per il trattamento di gravi patologie neurodegenerative. Vittime una trentina di pazienti, affetti da gravi malattie tra cui Sla, Sma e leucemia, a cui sarebbe stata presentata una cura fondata sul trattamento di cellule staminali ed esosomi, ricavata attraverso il trattamento di tessuto adiposo ottenuto con interventi di liposuzione, anche nei confronti di donatori, effettuati presso uno studio medico di Brescia.