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Etihad vuole il 49% di Alitalia: “Puntiamo a chiudere l’accordo entro fine luglio”

James Hogan conferma di puntare alla quota massima di capitale permessa dalle regole comunitarie. Ma le trattative con i sindacati sugli esuberi sono prossime allo stallo.
A cura di Biagio Chiariello
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“Siamo nell'ultima fase della trattativa. Stiamo analizzando la documentazione, puntiamo a chiudere la trattativa entro fine mese e firmare l'accordo”. James Hogan, ceo di Etihad, spera di chiudere la trattativa Alitalia prima di andare in vacanza. Il leader della compagnia di Abu Dhabi ha poi spiegato di essere in trattativa per acquisire il 49% del capitale Alitalia, ossia la quota massima permessa dall'attuale normativa comunitaria alle partecipazioni di società extra-UE in compagnie di volo dell'Unione Europea. E ha spiegato: “Stiamo analizzando la documentazione, la trattativa si concluderà a fine mese, a seguire inizierà il processo a livello europeo”. Hogan ha anche affrontato il tema più complesso, ossia quello degli esuberi posti come condizione per firmare l'accordo: "Oggi dobbiamo ridurre il numero dei dipendenti Alitalia, ma in futuro potranno esserci nuove opportunità di lavoro". I negoziati con i sindacati, aggiunge , “sono in mano ad Alitalia, io non partecipo alle trattative, ma noi abbiamo idee chiare su quale dovrà essere la dimensione futura della compagnia. In ogni caso, Etihad investirà per ottenere "una redditività di lungo periodo".

Il negoziato con i sindacati sugli esuberi in Alitalia

Ma c’è da dire che poco prima della visita di Hogan a Roma, trattativa avviata dal ministero dei Trasporti con i sindacati proprio sugli esuberi si è bloccata. Il problema principale è la richiesta della Cgil di trasformare la mobilità in cassa integrazione. Al momento non è stata fissata nessuna nuova convocazione del tavolo di confronto. Sull’accordo coi sindacati è intervenuto anche il ministro Lupi, sottolineando che l’intenzione è di andare avanti: se Cgil e Usb si opporranno  all’accordo quadro “ne terremo conto ma le leggi in Italia valgono ancora. Se c’è il 50% più uno si va avanti. Altrimenti ognuno si assuma le proprie responsabilità”. Per il momento si attendono ancora le risposte delle parti sociali: “L’appello che faccio -sottolinea Lupi- è non dire a parole `che bello il piano di Etihad´ e poi invece nei fatti chiedere una condizione che non è possibile attuare. La condizione che chiede la Cgil non è possibile da attuare, cioè il passaggio anziché alla mobilità alla cassa integrazione non è possibile. Non ci sono le condizioni”.

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