Violenza shock in India, donna legata al motorino dal marito e trascinata in strada per “punizione”

Una donna è stata legata per i piedi al motorino dal marito e trascinata in strada per “punizione”. La violenza shock è stata filmata con un cellulare ed è accaduta in India, nel distretto di Nagaur, nel Rajasthan.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Bastano 40 secondi per riassumere efficacemente la violenza che ogni giorno subiscono centinaia di donne indiane: un video diventato tristemente virale, infatti, mostra la "punizione" inferta da un uomo alla giovane moglie nel distretto di Nagaur, nel Rajasthan. Nel filmato, la donna viene legata per i piedi a una motocicletta e trascinata per diversi metri.

Dopo aver percorso un tratto di strada, l'uomo ferma la motocicletta e scende dal veicolo per osservare le ferite che la punizione ha causato alla moglie. Neppure le sue urla hanno mosso a compassione l'aggressore che invece è rimasto per lunghi minuti a guardare la donna contorcersi a terra dal dolore.

Il video di 40 secondi risalirebbe al mese scorso ed è diventato virale online soltanto negli ultimi giorni. Nel filmato, che ha sconvolto migliaia di persone per la sua brutalità, si vedono anche due complici del marito violento: un uomo e una donna.

La notizia arriva dopo la recente aggressione ai danni di una dottoressa che nell'RG Kar Medical College and Hospital di Calcutta è stata assalita, stuprata e uccisa. Mentre il Paese è sceso in piazza per protestare contro la violenza esercitata sul medico, le autorità indagano su quanto accaduto a Nagaur.

Secondo le prime informazioni, l'uomo avrebbe aggredito la moglie perché quest'ultima aveva espresso il desiderio di andare a trovare sua sorella a Jaisalmer. Un'altra ipotesi formulata dai media locali è che la vittima fosse una "sposa acquistata". 

Il fenomeno è tristemente diffuso nelle zone più rurali dell'India e prevede che un uomo possa "acquistare" con il denaro una moglie da un'altra regione. Queste donne, che solitamente arrivano da famiglie poverissime, sono sottoposte ai peggiori soprusi fisici e mentali e spesso sono condannate a una vita di lavori forzati nei campi e di violenze sessuali.

La polizia locale ha dichiarato di voler indagare su entrambe le ipotesi formulate dai media locali.

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