USA, dopo 52 anni ha finalmente un nome il bimbo ucciso e gettato in un torrente in Virginia

Dopo più di cinquant’anni, la polizia dello Stato USA della Virginia è riuscita a dare un nome al bambino trovato morto nel giugno del 1972 in un torrente di Lorton, nella contea di Fairfax. Si chiamava Carl Matthew Bryant, aveva appena compiuto quattro anni. A lungo rimasto senza identità, il piccolo è stato finalmente riconosciuto grazie alle più recenti tecnologie di analisi del DNA e a un delicato lavoro di ricostruzione genealogica.
Era l’estate del 1972 quando il cadavere di un bambino fu scoperto sotto il ponte di Old Colchester Road, nel torrente Massey Creek, a Lorton, nello Stato USA della Virginia. L’autopsia stabilì che la morte era avvenuta a causa di un forte trauma contusivo. Nessun documento, nessun testimone, nessuna denuncia utile per identificarlo. Il caso, con il tempo, finì nell’archivio dei cold case, senza che si riuscisse a dare un volto o una storia a quel piccolo corpo senza vita.
A decenni di distanza, la svolta è arrivata grazie alla collaborazione tra due aziende specializzate: Astrea Forensics e Innovative Forensic Investigations. La prima, attiva nel campo della biotecnologia applicata alla genetica forense, è riuscita a ricavare un profilo del DNA partendo da pochi millimetri di capelli raccolti sul corpo del bambino. La seconda, esperta in genealogia investigativa, ha utilizzato quel profilo genetico per risalire a un possibile parente del piccolo.
Grazie a questo collegamento, i detective hanno potuto risalire alla famiglia del bambino, stabilita a Filadelfia. Con l’aiuto delle autorità locali, è stato contattato un familiare che ha fornito agli investigatori informazioni cruciali, conducendoli alla madre di Carl, Vera Bryant.
La donna era morta nel 1980, ma il suo corpo è stato riesumato per effettuare un confronto genetico. L’esito è stato chiaro: il DNA corrispondeva a quello del bambino. Dopo 52 anni, il piccolo sconosciuto aveva finalmente un nome.

Ma non tutte le risposte sono arrivate. Le circostanze esatte della morte di Carl e del fratellino, James Bryant – un neonato di appena sei mesi scomparso nello stesso periodo – restano ancora avvolte nel mistero. Il corpo di James, infatti, non è mai stato ritrovato.
Gli investigatori sospettano che la madre Vera e il compagno dell’epoca, James Hedgepeth, possano essere coinvolti nella morte dei due bambini. Hedgepeth, oggi anch’egli deceduto, aveva un passato criminale violento e una precedente condanna per omicidio. Secondo le autorità, Vera e i suoi due figli stavano viaggiando da Filadelfia verso la Virginia nel 1972. È probabile che l’omicidio di Carl – e forse anche quello di James – sia avvenuto lungo quel tragitto, tra la Pennsylvania e la contea di Middlesex, in Virginia.
Il dipartimento di polizia della contea di Fairfax ha reso pubblico il nome del bambino lo scorso lunedì: Carl Matthew Bryant. La sua identificazione è stata possibile solo grazie a tecnologie moderne di sequenziamento genomico forense, ma anche all’impegno degli investigatori che non hanno mai archiviato definitivamente il caso.
Resta ancora molto da chiarire su quanto accaduto cinquant’anni fa, ma un primo passo è stato compiuto: al piccolo Carl è stata finalmente restituita la sua identità.