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Guerra in Ucraina

Ucraina, è scontro aperto tra Prigozhin e Putin: “Se la Wagner rompe con Mosca, salta tutto”

Il leader della Wagner offende Putin in un video e minaccia la rottura tra la milizia privata e il Cremlino. Uno scenario ad alta tensione dovuto allo stallo in Ucraina. Con il professor Giovanni Savino proviamo a tracciare lo scenario che sta emergendo.
A cura di Antonio Musella
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Evgenji Prigozin e Vladimir Putin
Evgenji Prigozin e Vladimir Putin
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Un vero e proprio gruppo paramilitare, mercenari al servizio degli interessi della Russia, disseminati in più parti del mondo, per compiere operazioni "sporche" che le normali forze dell'esercito non potrebbero fare. Ecco che cos'è la Brigata Wagner, diventata nota in occidente dopo l'invasione russa in Ucraina come temibile gruppo di fuoco sul campo, ma presente in molte parti del globo da diversi anni. Il leader e fondatore e Evgenji Prigozhin , negli ultimi giorni si è mostrato in aperto conflitto con Mosca proprio sull'andamento della guerra in Ucraina, pubblicando una serie di video in cui lancia invettive a destra e a manca. Il pantano di Bakhmut, località ucraina ridotta ad un ammasso di macerie, è il luogo dove russi ed ucraini si fronteggiano da mesi avvolgendo l'intero conflitto in un vicolo cieco da cui non si esce. Proprio la situazione di Bakhmut è al centro delle pesanti accuse di Prigozhin  ai vertici russi. Imprenditore della ristorazione di San Pietroburgo, non legato agli oligarchi, ma legato direttamente a Vladimir Putin, Prigozhin ha un passato da rapinatore che lo ha portato anche in galera durante gli anni dell'Unione Sovietica. Il suo esercito privato nasce dalle ceneri dei "Slovanske Korpusa" (Corpi Slavi trd.) tra il 2013 e il 2014, e prende il nome "Wagner" per le simpatie naziste del suo comandante militare, Dimitri Utkin. Oggi la Wagner gestisce in sostanziale outsurcing alcune operazioni militari per conto dell'esercito regolare. Con Giovanni Savino, docente dell'Università Federico II di Napoli, già docente a Mosca e fuggito dopo l'inizio della guerra, abbiamo provato a tracciare il profilo di cosa sta avvenendo tra i vertici militari russi e la Brigata Wagner.

Cosa sta avvenendo tra Prigozhin e i vertici del Cremlino? 

La vicenda di Bakhmut è il paradigma dell'andamento della guerra. Da mesi va avanti una lotta strada per strada con avanzamenti di poche decine di metri, un empasse che sta mandando in crisi la parte russa. Il tema più importante è quello legato alle sorti della Brigata Wagner. Prigozhin negli ultimi giorni ha prima minacciato di ritirare i suoi uomini da Bakhmut perché si troverebbero, a sua detta, senza munizioni, con un video di insulti al Ministro Sergej Šojgu e al capo di Stato Maggiore Valery Gerasimov. Dopo il video, è intervenuto il capo delle milizie cecene Ramzan Radyrov dicendosi pronto a prendere il posto della Wagner. Prigozhin gli ha chiesto pubblicamente quando i ceceni avessero intenzione di arrivare a Bakhmut, ricevendo come risposta da Kadyrov l'invito a comportarsi "da uomo" nei confronti di Putin. Dopo lo scambio di accuse via web tra Prigozhin e Kadyrov, il capo della Wagner ha detto di aver avuto rassicurazioni sui rifornimenti di munizioni da parte di Putin. Ma il 9 Maggio, giorno della festa della vittoria che ricorda la sconfitta nazista durante la seconda guerra mondiale, subito dopo il discorso alla nazione di Vladimir Putin, Prigozhin lancia un nuovo video. Torna ad accusare di tradimento una "cricca" ai vertici del ministero della difesa, continuando a lamentare la mancanza di munizioni. Nello stesso video sostiene che il popolo russo in caso di sconfitta si vendicherà sui traditori e invoca cambiamenti ai vertici della difesa. Questo significa che all'interno della Russia ci sono movimenti importanti. Innanzitutto vi è libertà di critica da parte dell'ala nazionalista e oltranzista rappresentata da Prigozhin, mentre dall'altro continua la repressione brutale nei confronti dei russi che si oppongono alla guerra. Ma il passaggio più duro riguarda proprio la retorica putiniana sulla festa del 9 maggio, Prigozhin infatti sostiene che quella vittoria è al vittoria dei nonni e che invece di "cazzeggiare" (letterale ndr) sulla Piazza Rossa, bisogna andare a meritare di poter festeggiare la vittoria. Si tratta di uno scontro inedito dall'esito assai incerto, che ci dice come in Russia siamo davanti a sommovimenti, magari non clamorosi, ma sicuramente importanti.

Dove può arrivare questo scontro tra Prigozhin e Putin?

E' difficile dirlo. Prigozhin nel suo video fa una metafora, dice: supponiamo che ci sia un vecchietto tutto felice che guarda la produzione di proiettili e munizioni, e mettiamo il caso che queste munizioni invece di arrivare ai soldati vengono messe nei magazzini, e supponiamo che intanto i soldati muoiano. Allora – dice Prigozhin – non è che questo vecchietto felice sia in realtà un coglione (letterale ndr). Ora bisogna stabilire chi è il vecchietto della metafora, ovvero se Prigozhin abbia dato del coglione a Putin. Rispetto ad altri avversari del presidente russo, il leader della Wagner ha dalla sua qualche migliaio di uomini armati sparsi per il mondo. Insomma non si tratta proprio di un oppositore che metti a tacere con facilità.

In che modo la Wagner vorrebbe forzare la mano in Ucraina?

Non solo chiedono rifornimenti per le loro unità ma anche chiedendo di adottare tattiche di guerra che Mosca non può permettersi, ovvero mandare all'assalto più uomini, utilizzare una serie di manovre che potrebbero avere un successo nel breve periodo ma comporterebbero un problema di ricambio di uomini. In Russia ufficialmente la mobilitazione dell'esercito è parziale, ed è difficile arruolare più uomini. Già negli ultimi reclutamenti parziali ci sono state proteste e diserzioni. A Mosca continuano a chiamarla "operazione speciale", mentre Prigozhin vuole che il Cremlino dichiari la guerra vera e propria e la mobilitazione totale del paese con la guerra, una mossa che potrebbe portare a delle conseguenze pesanti per Putin.

La Wagner oggi ha un ruolo strategico nella politica estera russa, dove?

Loro sono intervenuti in Donbass già nel 2014, con l'operazione che è stata il preludio dell'attuale guerra d'invasione in Ucraina. Poi gli è stato affidato in subappalto l'intervento russo in Siria. La Wagner è una milizia non un esercito regolare, quindi possono commettere crimini di guerra e sevizie che se commessi da un esercito regolare li metterebbe in grave rischio di ripercussioni internazionali. Gli uomini di Prigozhin poi sono stati schierati in Africa, uno degli scenari della politica di espansione russa, sia a livello ufficiale attraverso il forum Russia – Africa, sia per vecchi contatti risalenti all'URSS, come l'Università dell'amicizia dei popoli, che al tempo dell'URSS si chiamava "Patrice Lumumba", ed aveva il compito di preparare i quadri politici africani. La Wagner si inserisce in questo contesto di espansione degli interessi russi in Africa appoggiando fazioni politiche e milizie che hanno l'obiettivo di compiere colpi di Stato e non lesinando anche un appoggio militare. Oggi non abbiamo una certezza su quali siano tutti i paesi africani dove è presente la Wagner. Di certo sappiamo che è in Mali, dove ha partecipato attivamente gli scontri nel nord del paese ed ai cambi di potere a Bamako; è presente nella Repubblica Centro Africana, con un ruolo da guardia pretoriana degli interessi economici russi; ed è presente sicuramente anche in Sudan, dove ha partecipato attivamente all'ultimo colpo di Stato. In Africa gli uomini di Prigozin trovano terreno fertile all'opposizione alle politiche coloniali occidentali, odiate chiaramente dalle popolazioni locali, usano i sentimenti anti francesi ad esempio per mettersi al posto di Parigi nell'influenza delle politiche degli Stati. Inoltre svolgono il ruolo di consiglieri militari ed addestrano le milizie filo governative in alcuni paesi. A differenza della Cina, che in Africa investe in infrastrutture, i russi investono sostanzialmente in armi. Ma il ruolo più importante oggi resta quello in Ucraina.

Una rottura tra Prigozhin e Putin come potrebbe compromettere anche gli interventi in altre parti del mondo?

Se salta l'Ucraina salta tutto. Il campo principale è quello, per questo lo scontro tra il leader della Wagner e il presidente russo è uno scenario pesante, se rompono si va verso un "liberi tutti". Si avrebbe una crisi della Wagner che potrebbe portare ad una frammentazione in varie unità e compagnie in giro per il mondo. Mosca potrebbe provare a comprare quelli che gli sembrano più ragionevoli, mentre altri potrebbero andare al servizio dei potentati locali. Si avrebbero tanti gruppi di mercenari armati fino i denti in mezzo mondo. Questo scenario ci consegnerebbe la nascita di eserciti privati che, ad esempio in Africa, potrebbero andare al servizio di signori della guerra, provocando nuovi conflitti e nuovi profughi.

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