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Turchia, attentato all’ambasciata Usa rivendicato da gruppo di estrema sinistra

Il gruppo DHKP-C con un comunicato su un sito web ha rivendicato l’attentato contro l’ambasciata americana ad Ankara.
A cura di Antonio Palma
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Attentato all’ambasciata Usa rivendicato da gruppo di estrema sinistra turco

L’attentato di ieri all’ambasciata Usa ad Ankara è stato rivendicato oggi dal gruppo di estrema sinistra turco DHKP-C attraverso un comunicato su un sito web. L’attentato  sarebbe una rappresaglia contro la politica internazionale degli Stati Uniti, in particolare contro i comportamenti avuti in Iraq, Siria, Egitto e Libia. “Il nostro combattente Alisan Sanli  si è sacrificato entrando nell'ambasciata di Ankara degli Usa, assassini dei popoli del mondo" si legge nel comunicato diffuso dal gruppo. Secondo le autorità turche l’uomo che ha compiuto il gesto era già stato in prigione ed era stato scarcerato perché affetto da  gravi disturbi mentali a causa di uno sciopero della fame in cui erano morti molti altri detenuti del DHKP-C. Il gruppo che ha rivendicato l’attentato è lo stesso di cui fin da subito le autorità turche  avevano sospettato anche perché il DHKP-C già negli anni 70 in Turchia si era reso protagonista di numerose azioni violente simili a quella di venerdì. La polizia turca intanto ha arrestato tre persone a Istanbul e ad Ankara accusate di aver partecipato all’attentato e ha fatto sapere che l’attentatore ha utilizzato sei chilogrammi di tritolo e una bomba a mano.

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