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Tunisia: le dimissioni del premier Gannouchi

Il premier della Tunisia Mohamad El Gannouchi si dimette dalla carica, dopo le manifestazioni di protesta a Tunisi.
A cura di Fernanda Pica
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Mohamad El Gannouchi si dimette dalla carica di primo ministro in Tunisia

Anche dopo la fuga del dittatore Ben Ali, sembra non aver fine la situazione di caos generatasi in Tunisia, dove attualmente si trova insediato un governo transitorio che dovrebbe arginare almeno fino alle prossime elezioni, la violenta crisi che ha travolto il Paese nord africano.

Oggi, nel primo pomeriggio, si sono verificati nuovi scontri, che hanno coinvolto un gruppo di giovani, che si è lasciato andare a saccheggi e ad atti di vandalismo tra le strade del centro di Tunisi. Le forze dell'ordine hanno lanciato lacrimogeni, e sparato colpi di pistola in aria per spaventare e allontanare il corteo di protesta, che cercava di raggiungere la sede del Ministero dell'Interno, situato sulla Avenue Bourguiba. Nonostante le intimidazioni della polizia, alcuni manifestanti hanno lanciato pietre contro gli edifici, frantumando i vetri delle finestre, hanno dato fuoco ad alcuni esercizi commerciali e hanno innalzato delle barricate per bloccare l'avanzata degli agenti di polizia, mentre chiedevano a gran voce le dimissioni del primo ministro tunisino, Mohamed El Gannouchi.

Anche ieri, la capitale della Tunisia era stata teatro di scene di violenza, tra polizia e manifestanti che cercavano, anche in quell'occasione, di presidiare il palazzo del Ministero dell'Interno, nei pressi del quale, ora si trova un blindato delle forze dell'ordine. Ieri, il tetro bilancio degli scontri era stato di tre morti; per quanto riguarda invece, i disordini di questo pomeriggio non pare che vi siano vittime.

E alla luce delle ultime violenze scoppiate negli ultimi giorni, Mohamed El Gannouchi, il primo ministro della Tunisia, a capo di questa fase di governo transitoria, ha rassegnato le sue dimissioni. In un discorso televisivo, El Gannouchi ha spiegato le motivazioni di questo gesto: "Queste dimissioni sono al servizio della Tunisia e della rivoluzione" e ha aggiunto: "Non sono uomo della repressione e non lo sarò mai". Il leader tunisino ha espresso poi la sua volontà di lasciare spazio ad un primo ministro che possa dimostrarsi "più capace di lui" e si è augurato che venga al più presto eletto un consiglio costituente per l'elaborazione di una nuova Carta Costituzionale del Paese. Infine ha concluso il suo discorso sottolineando che le sue dimissioni non sono state rassegnate per venire meno alle proprie responsabilità di primo ministro, ma per servire gli interessi della Tunisia.

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