Trump cancella molti dazi alimentari per tenere i prezzi bassi: cosa cambia dopo la marcia indietro

Donald Trump ha deciso di fare un passo indietro sui dazi imposti dagli Usa, forse per limitare i danni che stanno causando al suo consenso elettorale. Con un ordine esecutivo firmato ieri, il presidente ha deciso di allargare la lista di prodotti – soprattutto alimentari – che sono esenti dalle tariffe. Tra i beni che saranno esclusi, e che quindi gli statunitensi potranno importare senza sovrapprezzi, ci sono caffè, tè, banane, pomodori, pinoli, vari frutti esotici, ma anche carne di manzo. In totale, sono oltre cento prodotti. Lo stop ai dazi è partito, retroattivamente, dal 13 novembre.
Nell'ordine esecutivo, Trump ha scritto di aver ricevuto "ulteriori informazioni e raccomandazioni da vari ufficiali che, su mia indicazione, hanno monitorato la situazione". Le indicazioni di questi tecnici sarebbero il motivo che l'ha spinto a ritirare una parte dei dazi, insieme ad altre motivazioni ufficiali: lo "stato dei negoziati con vari partner commerciali", per esempio. Ma anche "l'attuale domanda domestica di certi prodotti, e l'attuale capacità domestica di produrre certi prodotti".
In buona parte, si tratta di prodotti che gli Stati Uniti non possono produrre in quantità sufficiente da soddisfare la domanda dei propri cittadini. Oppure non ne producono affatto. Quindi sono obbligati a importarli. Con la conseguenza che, come gli economisti di tutto il mondo avevano previsto, le conseguenze ricadono sulla popolazione statunitense. I dazi, infatti, vengono pagati dalle aziende che importano prodotti negli Usa: che poi, per rifarsi della spesa, tendono ad aumentare i prezzi al supermercato.
Negli ultimi mesi ha iniziato a vedersi una ripresa dell'inflazione, negli Stati Uniti. Il costo della vita è uno dei temi su cui l'elettorato statunitense è più sensibile. E non è un caso, secondo molti analisti, che nell'ultima tornata di elezioni locali i Democratici abbiano visto vittorie importanti. Non solo con la scelta di Zohran Mamdani come sindaco di New York, ma anche, nello stesso giorno, con la vittoria delle candidate democratiche a governatrici di Virginia e New Jersey.
Trump ha comunque continuato a negare pubblicamente che, nella maggior parte dei casi, i suoi dazi avessero a che fare con l'aumento dei prezzi. Anzi, il presidente ha insistito che le tariffe porteranno grandi entrate nelle casse pubbliche, e questi soldi saranno usati per aiutare molte famiglie americane con un assegno da 2mila dollari. Non ha dato nessun chiarimento su questa iniziativa, che aveva già annunciato in passato e per ora non ha nulla di concreto.
Al di là degli annunci, però, la mossa di ritirare alcuni dazi sembra uno sforzo mirato proprio a limitare l'incremento dei prezzi. L'aumento del costo della vita è arrivato insieme allo shutdown governativo più lungo della storia, che ha messo a rischio non solo la copertura assicurativa sanitaria per molti cittadini, ma anche gli assegni cosiddetti Snap (buoni pasto federali erogati alle famiglie più povere). Le due cose hanno contribuito a un brusco calo di popolarità per Trump. Lo sguardo ora è rivolto non tanto alle elezioni locali, quanto a quelle che si terranno tra un anno: le mid-term, elezioni di metà mandato, dove i Democratici proveranno a riprendere il controllo della Camera o del Senato per rendere la vita più difficile al presidente.