Tregua in Siria, De Mistura: “Collaborazione Russia-Usa può fermare la guerra”
"Non mi faccio illusioni, ma dopo cinque anni di guerra e con la presenza di 97 gruppi armati sul territorio temevamo un inizio della tregua molto più difficile: invece le prime 48 ore sono state incoraggianti", così l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria commenta il cessate il fuoco per gli aiuti umanitari negoziato da Stati Uniti e Russia nel Paese. Proprio il confronto diplomatico e il dialogo tra le due superpotenze mondiali, secondo De Mistura, è la chiave di volta per arrivare ad una pace duratura nell'area, almeno fra i combattenti non allietati all'Isis. "Sono Washington e Mosca a gestire le violazioni, mentre noi dell'Onu ci limitiamo a fornire un sostegno logistico. Nel ‘centro operativo', che comprende anche una piccola stanza separata per i russi, per i problemi linguistici, verificano la portata degli incidenti, studiano i sistemi d'arma usati, e agiscono a livello diplomatico, con i rispettivi alleati, per contenerne le conseguenze" ha raccontato infatti De Mistura in una intervista a Repubblica.
"Fino a pochi mesi fa della Siria si occupava solo il Consiglio di sicurezza, che era diviso al suo interno e non comprendeva alcuni paesi chiave. Poi la crisi dei rifugiati, l'intervento militare russo e l'avanzata dell'Is hanno imposto una svolta. Di qui i lavori, prima a Vienna poi a Monaco, dell'Issg, che comprende paesi coinvolti nella crisi e capaci di influenzarla, come l'Iran, il Qatar o l'Italia. Di qui anche l'assunzione di responsabilità dirette di Russia e Stati Uniti, co-presidenti della Ceasefire task force" ha raccontato ancora il numero uno del team dell'Onu per la Siria, aggiungendo: "La task force non è un gruppo generico, ma sono i Paesi che possono e che stanno facendo la differenza sia sull’accesso umanitario che sul rispetto della tregua"
La ripresa dei colloqui per la pace in Siria
Un nuovo corso che secondo De Mistura è anche frutto della nuova scelta diplomatica del suo team. "Come mediatore ho la libertà di scegliere come e quando coinvolgere le parti. Invece di incontri collettivi, molto scenografici e poco concludenti, ho imboccato la strada dei proxy talks, incontrando separatamente e riservatamente le varie delegazioni. La speranza è che evitando tensioni, unendo ideali e real politik, si ottenga il risultato migliore per la pace" ha sottolineato l'inviato Onu. Per risvolvere la crisi siriana ora si punta tutto sulla ripresa dei colloqui di Ginevra il 7 marzo prossimo con l'obiettivo finale di arrivare "a una soluzione politica con una nuova governance, una nuova Costituzione ed elezioni entro 18 mesi monitorate dall'Onu".