Terremoto Messico: 90 le vittime, bimbo estratto vivo dalle macerie di un edificio

Dal Messico, Paese duramente colpito da un potente terremoto giovedì scorso, arriva una notizia che dà speranza. Josué, un bambino di undici anni, è stato estratto vivo da una abitazione crollata a Juchitán, nello stato di Oaxaca, dopo essere rimasto intrappolato durante il violento terremoto. Il bambino è riuscito a sopravvivere sotto le macerie per più di un giorno. Senza cibo né acqua, è riuscito a far sentire la sua voce da sotto i detriti e a farsi salvare. Il governatore dello Stato Alejandro Murat Hinojosa – si legge sui media locali – ha riferito che attualmente il bambino sta ricevendo assistenza medica in ospedale. Nonostante questa buona notizia, la situazione in Messico resta drammatica. Il presidente Enrique Peña Nieto, che venerdì ha visitato Oaxaca, ha proclamato tre giorni di lutto nazionale. Nieto ha detto che si trattato della scossa “più forte e di maggior magnitudo degli ultimi cento anni” e ha anche detto alla popolazione di fare attenzione alle eventuali repliche.
Almeno 90 le vittime del terremoto in Messico
Intanto continua a salire il bilancio delle vittime del sisma. Secondo le cifre fornite dalle autorità, negli stati di Oaxaca e Chiapas sono almeno 2,5 milioni le persone colpite mentre il numero dei morti sale a quota 90. Delle vittime, 71 si registrano in Oaxaca, 15 in Chiapas e 4 nella regione di Tabasco. A Juchitán, che è una delle località più devastate, la situazione è ancora drammatica. Sono crollate molte strutture e non è semplice trovare cibo o medicinali. Oltre alla località di Juchitán, i danni provocati dal terremoto hanno paralizzato l’attività commerciale, quella agricola e la pesca, anche nelle località di Unión Hidalgo, Ixtaltepec e Matías Romero. In Messico la prima scossa di magnitudo 8,2 è stata seguita da altre 846 scosse di assestamento, di cui almeno tre sopra la magnitudo 6 della scala Richter.