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Strage nel campo di addestramento russo di Belgorod, 11 morti e 15 feriti: uccisi due attentatori

Il ministero della Difesa di Mosca ha definito un “attentato terroristico” la strage verificatasi ieri in un campo di addestramento militare nella regione di Belgorod, al confine con l’Ucraina: due reclute, poi neutralizzate a colpi di arma da fuoco, hanno sparato con armi automatiche contro i loro commilitoni.
A cura di Ida Artiaco
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Immagine di repertorio.
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È di 11 morti e 15 feriti il bilancio della strage consumatasi nelle scorse ore in un centro di addestramento russo nella regione di Belgorod, al confine con l'Ucraina.

Stando a quanto ha riferito il ministero della Difesa di Mosca, due persone avrebbero aperto il fuoco contro un gruppo di soldati, i volontari che sarebbero partiti per andare a combattere sul campo la guerra contro Kiev. Si è trattato probabilmente di reclute che hanno sparato con armi automatiche contro i loro commilitoni.

Quello che il ministero della Difesa russo ha definito senza mezzi termini un "attentato terroristico" si è verificato durante un'esercitazione militare a Soloti, a circa 30 chilometri di distanza dal confine con la regione ucraina di Kharkiv e con l'autoproclamata Repubblica popolare di Luhansk.

Le ricostruzioni dell'accaduto, a seconda della fonte, risultano contraddittorie e non è possibile una verifica indipendente, ma, sempre secondo il ministero della Difesa, i due che avrebbero aperto il fuoco, originari di repubbliche ex sovietiche, sono stati neutralizzati a colpi di arma da fuoco.

Sia il consigliere della presidenza ucraina Oleksii Arestovych sia il blogger militare russo Vysoky Govorit hanno scritto che i due proverrebbero dal Tagikistan, ma al momento non ci sono conferme.

"Durante una sessione di addestramento sulle armi da fuoco con individui che hanno espresso volontariamente il desiderio di partecipare all'operazione militare speciale, terroristi hanno aperto il fuoco con armi leggere sul personale dell'unità", ha affermato l'agenzia Ria Novosti citando una dichiarazione del ministero della Difesa.

Pare inoltre secondo altre fonti filo-governative che la sparatoria avrebbe avuto luogo dopo una discussione su temi religiosi. L'episodio, come riporta il quotidiano inglese The Guardian, testimonierebbe le crescenti tensioni all'interno delle truppe russe dopo l'annuncio della mobilitazione parziale decisa da Putin nelle scorse settimane e diventata altamente impopolare.

Non è la prima volta che la regione russa di Belgorod viene tirata in ballo nel corso della guerra con l'Ucraina. Già nei mesi scorsi erano state colpite installazioni militari, un deposito petrolifero e più recentemente un magazzino di munizioni e una linea ferroviaria.

Nessuno ha rivendicato gli attacchi, anche se la Russia sostiene che provengano da oltre il confine. Mentre dal canto suo l'Ucraina ha più volte sostenuto che i responsabili degli attacchi fossero i russi stessi e i loro missili fuori controllo.

Ancora nelle scorse ore "i residenti hanno riferito di 16 esplosioni nell’area dell’aeroporto vicino a Belgorod, in Russia”, ha scritto su Telegram il Centro per le comunicazioni strategiche delle Forze armate ucraine, come riporta Ukrinform.

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