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Strage dell’Isis in una moschea del Pakistan: oltre 80 morti tra cui 40 bambini

Si tratta del peggior attentato dal 2014. Nel mirino la comunità islamica sufi considerata eretica dall’Isis. Il governo pakistano ha annunciato raid in tutto il Paese contro gli estremisti.
A cura di Antonio Palma
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È di oltre ottanta morti, tra cui 40 bambini, e centinaia di feriti il bilancio di un terribile attentato terroristico avvenuto nelle scorse ore in una moschea sufi nel sud del Pakistan. Un bilancio che purtroppo è destinato ad aumentare tragicamente nel prossime ore visto che negli ospedali della zona ci sono decine di persone in fin di vita o comunque ferite in maniera gravissima. L'attacco suicida, che rappresenta  il peggior attentato messo a segno in Pakistan dal 2014, è stato rivendicato da gruppi jihadisti affiliati al sedicente Stato islamico attraverso l'agenzia di stampa dell'Isis, Amaq.

Come hanno spiegato le autorità pakistane, gli attentatori volevano fare una carneficina per questo si sono confusi tra i fedeli in preghiera nel tempio Lal Shahbaz Qalandar, a Shewan, a circa 200 chilometri da Karachi nella provincia meridionale di Sindh, facendosi saltare in aria nell'ora di punta per la preghiera. Si tratta infatti di un attacco kamikaze messo a segno quando nel tempio si trovavano almeno 500 fedeli intenti a celebrare il Dhamal, un antico rituale del sufismo, corrente religiosa considerata eretica dall’Isis così come dai talebani e da al Qaida.

Un attentatore avrebbe lanciato granate per diffondere il panico, poco dopo si è fatto saltare in aria. Un portavoce dell'associazione caritatevole Edhi ha ipotizzato che gli attentatori abbiano preso di mira l'ala del tempio dedicata alle donne perché solo così si spiegherebbe  la morte di decine di bambini che si trovavano con le loro madri. Di questa circostanza però non ci sono conferme ufficiali

L'attacco sanguinario ha scatenato la violenta reazione delle autorità pakistane, Secondo quanto riferito in una nota di Islamabad, infatti, almeno 39 sospetti terroristi sono stati uccisi dall'esercito pachistano in diversi raid in tutto il paese scattati a seguito dell'attentato al tempio sufi. Le operazioni di rappresaglia hanno riguardato in particolare  la turbolenta provincia settentrionale di Khyber Pakhtunkhwa dove sono state sequestrate anche ingenti quantità di armi e granate. Le autorità pakistane inoltre hanno anche deciso di chiudere il confine con l’Afghanistan fino a nuovo ordine pretendendo da Kabul  la consegna di 76 sospetti che si troverebbero in Afghanistan, territorio da cui sarebbero partiti numerosi attacchi terroristici contro il Paese.

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