Srebrenica, 20 anni fa il massacro. Premier serbo preso a sassate durante le celebrazioni

UPDATE – Il primo ministro serbo Vucic ha abbandonato le celebrazioni del genocidio a Srebrenica dopo essere stato colpito con una pietra lanciata dalla folla inferocita che lo contestava. Lo riferiscono i media serbi, specificando che il premier è rimasto leggermente ferito e ha subito lasciato la cerimonia per tornare a Belgrado. Secondo un membro della delegazione serba, la folla, che è riuscita ad abbattere le barriere di protezione, gridava: "Cetnici, tornate a casa" e "Dio è grande".
Sono passati 20 anni dal massacro di Srebrenica, in Bosnia. Era l’11 luglio del 1995 quando ha avuto luogo quello che è passato alla storia come il più feroce massacro in Europa dai tempi del nazismo. Più di ottomila bosniaci musulmani vennero barbaramente uccisi dalle forze serbo bosniache guidate dal generale Mladic. Ancora oggi molti corpi non sono stati ritrovati. A Srebrenica fu commesso “un crimine atroce”, queste le parole del premier serbo Aleksandar Vucic in una lettera aperta diffusa poco prima della sua partenza per la Bosnia, dove partecipa al 20esimo anniversario del massacro. Decine di migliaia di persone stanno confluendo al memoriale e cimitero di Potocari per partecipare alla commemorazione delle vittime – 8.372 la cifra ufficiale non definitiva – del genocidio di Srebrenica. Durante la cerimonia è in programma la tumulazione delle spoglie di 136 vittime identificate col test del Dna negli ultimi 12 mesi. Alla commemorazione sono attese 50 mila persone – per l'Italia la Presidente della Camera Laura Boldrini – , tra cui l'ex presidente Usa Bill Clinton, i presidenti di Slovenia, Croazia, Montenegro, i primi ministri di Turchia, Albania e Serbia, la regina Noor di Giordania, e numerosi ministri degli esteri.
I ricordi di Renzi e Mattarella – Dall’Italia hanno ricordato il massacro di Srebrenica il premier Matteo Renzi, tramite un post su Facebook, e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Per Renzi nel massacro di Srebrenica ci furono responsabilità politiche: “Ho molti ricordi del luglio del '95 – ha scritto il premier su Facebook – la vittoria di Sampras su Becker a Wimbledon in 4 set, Indurain che stava per vincere il quinto tour, le proteste per gli esperimenti nucleari a Mururoa, una canzone di Pino Daniele che trasmettevano sempre in radio, l'esame di filosofia del diritto. Ma di quello che era successo a Srebrenica in quei terribili giorni di luglio si seppe pochissimo per molto tempo. E quando ricevemmo notizia, rimanemmo tutti sgomenti”. “A poche centinaia di chilometri dalle nostre case, parole come pulizia etnica e genocidio che speravamo rimanessero solo nei ricordi drammatici dei nostri nonni – ha scritto Renzi – erano di nuovo atrocemente realtà in Bosnia, qui in Europa. L'11 luglio del 1995, più di 8000 musulmani, compresi anziani donne e bambini, furono trucidati dalle milizie serbe e gettati in fosse comuni, sotto gli occhi indifferenti dell'Europa e del mondo”.
Il capo dello Stato Sergio Mattarella ha parlato di “sconfitta per l'umanità”. “Il genocidio di Srebrenica – ha detto Mattarella – è la tragedia umana più grave che si è consumata in terra europea dopo la fine della seconda guerra mondiale”. Il Capo dello Stato ha parlato di “una sconfitta dell'umanità, il cui peso morale e politico grava ancora sulla comunità internazionale per l'incapacità di prevenire i conflitti che dilaniarono la Jugoslavia, con le tremende atrocità che li caratterizzarono, e di attuare strategie in grado almeno di arrestarli e di salvare vite umane”.