“So tutti i nomi di chi ha abusato di Virginia Giuffre, con il libro voleva aiutare altre vittime di violenza”

"I potenziali rischi per Virginia sono stati tanti, per lei e per i suoi figli. Ha subito minacce di morte, le sono entrati in casa. Abbiamo lavorato sul libro per quattro anni e abbiamo dovuto valutare ogni singolo nome. Io li conosco tutti".
A parlare è Amy Wallace, la giornalista americana coautrice del libro di memorie di Virginia Giuffre, ‘Nobody's Girl‘ (pubblicato in Italia da Bompiani). Giuffre, morta suicida lo scorso aprile, è stata vittima e principale accusatrice del finanziere Jeffrey Epstein (che si è tolto la vita in carcere nel 2019, ndr) e dell'ex principe Andrea.
Ieri, giovedì 4 dicembre, Fanpage.it ha partecipato a un incontro con Wallace. Ha parlato del caso Epstein, del lavoro sul libro e del suo rapporto personale con Virginia Giuffre.

"Sono una giornalista come voi e non potevo scrivere cose vaghe nel libro, dovevo sapere di chi parlava, anche se non avremmo nominato queste persone, c'è stato un lungo lavoro di fact-checking. Rispetto la sua decisione, di non fare tutti i nomi, ed è per questo che io non ne farò", ha raccontato.
"Lo faccio per i suoi figli. So che suona drammatico, ma è la verità", ha aggiunto. Nei mesi scorsi il governo americano ha diffuso una parte dei documenti sul caso Epstein e, a causa delle molte pressioni, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha detto che firmerà la legge approvata dal Congresso per desecretare tutti i fascicoli.
"Sono importanti per le vittime ma anche per tanti americani e per le persone in tutto il mondo. E questi nomi sono nei files, so anche quelli che Virginia ha fatto all'Fbi. Ci sono tantissime informazioni in quei documenti", ha spiegato Wallace.
"Il presidente Donald Trump ha detto che approverà la loro diffusione e dovrebbe farlo entro il 19 dicembre. Ha basato la sua campagna elettorale su questo, non so perché non lo abbia ancora fatto. Ci sono tante teorie a tal proposito, vedremo cosa accadrà".
Nei mesi scorsi è stata aperta un'inchiesta sul caso, proprio su disposizione del presidente, e, aggiunge la giornalista, "ora bisognerà capire se, su queste basi, non verranno diffusi o se verranno diffusi censurati, ed è quello che molte vittime temono".
Durante l'intervista si è parlato anche del ruolo nella vicenda dell' ex principe Andrea, secondo figlio maschio della regina Elisabetta II, privato nei mesi scorsi di tutti i privilegi reali proprio per il suo coinvolgimento.

"Lui ha negato di aver conosciuto Virginia ma è sempre stato presente nelle case, sull'isola, sui jet, ha visto le ragazze minorenni in questi posti, è giusto che confermi le loro storie. Ha due figlie dell'età di Virginia. Se lui non vuole parlare di se stesso, a me non cambia nulla, ma può contribuire concretamente all'indagine", ha detto Wallace.
"Non credo che lo farà, ma dovrebbe. – ha aggiunto – Ogni persona coinvolta in qualche modo dovrebbe farlo. Uno dei messaggi del libro è che tutti abbiamo un ruolo, possiamo dare il nostro contributo e denunciare cosa accade nella nostra società, su come le donne sono trattate. Quando ci si unisce, le cose cambiano".
A una domanda sul libro in cui Virginia "parla di Trump in termini positivi" e "dice che non ha mai visto comportamenti inappropriati da parte sua", Wallace risponde: "Dire che il contenuto del libro scagiona Trump da ogni illecito di cui potrebbe essere accusato è fare un uso cinico delle sue parole".
E sulla grazia che il presidente potrebbe concedere a Ghislaine Maxwell, complice di Epstein, invece risponde: "Sarebbe un abominio. Ghislaine non era la segretaria, era una predatrice sessuale a pieno titolo".

La giornalista ha affrontato anche il tema del suicidio di Giuffre e della sua richiesta di pubblicare le sue memorie, qualsiasi cosa le fosse successa. "Si è sentita minacciata molte volte nei quattro anni in cui abbiamo lavorato insieme", ha ricordato.
"E ora parlo per lei perché non è più tra noi. Niente mi renderebbe più felice che vederla qui, è il suo libro, la sua storia, il suo coraggio. Lei voleva aiutare le altre vittime di abusi sessuali, donne, uomini, adulti e bambini.
Wallace ha rivelato che migliaia di persone l'hanno contattata per ringraziarla del lavoro fatto insieme a Giuffre: "Ha fatto sentire le persone meno sole, capite. Non ha voluto nascondere nulla della sua vita, nemmeno le cose più oscure, era determinata a mettersi completamente a nudo".
"E per me questa è la cosa più importante, al di là dei nomi di quanti dovranno rispondere di quello che hanno fatto", ha aggiunto.
Wallace ha ricordato Virginia Giuffre come una "persona calorosa, dolce, divertente, intelligente, esuberante. Era molto generosa e aveva un incredibile senso di ciò che è giusto e sbagliato. Amava profondamente i suoi figli, ma ha preso questa decisione, di rendere il mondo un posto migliore e spesso era lontana da casa".

"Non veniva da una famiglia privilegiata, non aveva nemmeno finito il liceo, ma aveva deciso che qualcuno doveva impegnarsi per tutti gli altri. – ha detto ancora – Non è stata solo una vittima di terribili abusi o un'attivista, ma una donna con una vita, che amava la musica e gli animali".
"Questa è una storia che parla di ‘orribili abusi sessuali' e di ‘potere'. – ha aggiunto – Non si tratta di un singolo stupro. Questo caso è davvero chiuso? Credo che Epstein e Maxwell siano evidenza di qualcosa di sbagliato che sta avvenendo ancora oggi".
"Il ‘Me Too‘ è stato un punto di svolta importante nella storia di Virginia. Prima era definita come una ‘prostituta', dopo è stata presa sul serio. Questa storia in qualche modo riporta alla luce quel movimento e la forza delle vittime che hanno parlato una accanto all'altro".
"Ma non ho l'illusione di pensare che sia tutto risolto oggi. – ha detto ancora Wallace – Non solo le vittime devono dire qualcosa, ognuno di noi può e deve dire qualcosa. Che sia: ‘Non voglio che persone ricche violentino mia figlia', ma anche: ‘Non voglio vivere in una società dove adolescenti vengono sessualizzate senza che possano viversi la loro età'".
"Se ci uniremo, ci saranno più possibilità di fare la differenza. – ha concluso – In questo senso sono cautamente ottimista. Ma penso che ci sia stato un grande entusiasmo sul ‘Me Too' e poi molti di questi uomini sono stati riabilitati. Credo sia presto per celebrare, ma non è troppo presto per pensare a qual è il ruolo che possiamo avere in tutto questo".