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Siria, continua la repressione di Assad: centinaia di arresti a Baida

Continua la dura repressione delle forze del regime siriano di Bashar Assad. Centinaia gli arresti in una piccola città costiera. Repressa violentemente anche una manifestazione di 500 giovani universitari.
A cura di Cristian Basile
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Le forze di sicurezza siriane hanno assaltato ieri un paese vicino alla città costera di Banias, secondo vari attivisti, nell'ennesima operazione volta a soffocare le proteste che si estendono in tutta la Siria contro il presidente Bashar Assad. Gli attivisti hanno comunicato che la polizia segreta ed i soldati hanno circondato la città di Badia, 10 chilometri a sud di Banias, "sorvegliata speciale" dal regime dopo le proteste di domenica che portarono alla violenta reazione di alcune forze irregolari leali ad Assad contro delle persone che proteggevano una moschea sunnita.

Centinaia di persone sono state arrestate come ha confermato Rami Abdel Rahamane, presidente dell'Osservatorio siriano per i Diritti Umani, il quale ha dichiarato che "centinaia di persone sono state arrestate ieri dopo le indagini effettuate dalle forze di sicurezza a Baida". "Più di 5.000 donne si sono riunite oggi lungo la strada costiera che va da Tartus a Banian per esigere la loro liberazione", ha aggiunto Rahamane, precisando che le forze dell'ordine non avevano esitato ancora una volta ad aprire il fuoco contro i manifestanti siriani.

Nel frattempo altre proteste sono iniziate ad Aleppo, dove, per la prima volta dall'inizio delle proteste, circa 500 studenti hanno manifestato nella Facoltà di Lettera della città, situata nel nord della Siria, contro il presidente ed a favore della libertà e della giustizia. Anche in questo caso violenta è stata la reazione della polizia che ha disperso la manifestazione dei giovani, arrestando due di loro e picchiandone molti altri e confermando ancora una volta la volontà di Assad di reprimere brutalmente ogni protesta contro il regime.

Il principale movimento siriano dei diritti umani ha annunciato che dall'inizio delle proteste sono morte più di 200 persone invitando la Lega Araba ad imporre sanzioni ad Assad. Nella lettera inviata al segretario della Lega Araba si legge: "I manifestanti in Siria piangono i 200 martiri, le centinaia di feriti ed i numerosissimi arresti. Vi chiediamo di imporre sanzioni politiche, diplomatiche ed economiche al regime siriano".

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