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Reddito minimo di cittadinanza: passa al Parlamento Europeo la proposta del M5s

Con 451 voti a favore, 147 contrari e 42 astenuti il Parlamento Europeo approva la risoluzione non legislativa di Efdd-M5S sul reddito minimo. L’eurodeputata Agea: “Restituire vita e dignità ai quasi 120 milioni di cittadini europei che non riescono più ad arrivare alla fine del mese”.
A cura di Maurizia Marcoaldi
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Passa al Parlamento Europeo la proposta di Efdd (Europa della libertà e della democrazie diretta) sul reddito minimo di cittadinanza. I voti a favore sono stati 451, 147 contrari e 42 astenuti. La risoluzione non legislativa, sostenuta dal Movimento 5 Stelle, aveva già avuto il primo via libera (con 36 voti favorevoli, 7 contrari e 4 astenuti) in commissione Occupazione e Affari Sociali all’inizio di ottobre.

Con la proposta si vuole istituire un fondo ad hoc per finanziare il reddito minimo. Inoltre si vuole che il reddito minimo venga calcolato sulla base del 60% della media nazionale. Il documento chiede anche di pensare a una direttiva a livello europeo, vincolante per tutti i Paesi membri, con misure concrete per i cittadini sotto la soglia di povertà e in povertà assoluta. C’è infine la volontà di un'analisi accurata del fondo sociale europeo affinché si possa prevedere il suo utilizzo per il reddito minimo.

Nell’intervento alla plenaria di Strasburgo, l’eurodeputata Laura Agea (M5s) ha ricordato che sono 120 milioni i cittadini europei che non riescono ad arrivare alla fine del mese: “La povertà è un problema europeo causato proprio dalle sue politiche scellerate. L'ultima speranza per mettere un freno all'emergenza della povertà è la volontà da parte di tutti i Paesi di adottare un reddito minimo che restituisca vita e dignità ai quasi 120 milioni di cittadini europei che non riescono più ad arrivare alla fine del mese” . 

Agea ha anche sottolineato il ritardo dell’Italia, unico Paese in Europa insieme alla Grecia, in cui "non esistono misure di contrasto alla povertà”: “Oggi, secondo l'Osservatorio sociale europeo diverse forme di sostegno al reddito esistono già in 26 Stati membri e non serve aggiungere che il mio Paese non prevede nessun tipo di sostegno. Noi vogliamo che l'Europa intervenga immediatamente con un quadro comune di norme che permetta l'armonizzazione dei diversi regimi vigenti con criteri di accesso comuni e validi per tutti: come ad esempio basare il calcolo del reddito da erogare sulla soglia di povertà che Eurostat fissa al 60% del reddito medio nazionale”.

E ancora: “I cittadini non chiedono elemosina ma politiche di dignità. Se si trovano i soldi per salvare le banche, tanto più pretendo che si trovino risorse per i figli di questa Europa che è vittima troppo spesso di interessi scellerati”.

Per poi concludere: “Questo nostro Continente ritrovi il suo volto umano assicurando assistenza sanitaria, alloggio, istruzione e dignità attraverso politiche economiche espansive che creino occupazione! Questo documento porta la mia firma e quella del MoVimento 5 Stelle e racchiude i nomi di tutti i 120 milioni di cittadini europei per i quali è stato scritto. Il nostro impegno, la nostra dedizione, il nostro lavoro sono stati, sono e saranno sempre rivolti a loro".

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